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Addio a Bob Wilson, il visionario che ha riscritto le regole del teatro

Robert Wilson
Robert Wilson
È morto a 83 anni Robert “Bob” Wilson, gigante della scena contemporanea e genio visionario che ha rivoluzionato il linguaggio teatrale del Novecento. Nato a Waco, Texas, nel 1941, Wilson ha trasformato l’idea stessa di spettacolo, fondendo recitazione, musica, danza, arti visive e architettura in una forma d’arte totale e inconfondibile.

L’annuncio della scomparsa è apparso sul suo sito ufficiale, accompagnato da una sobria immagine in bianco e nero con la scritta: “In loving memory 1941–2025”. Artista poliedrico, regista, scenografo e autore, Wilson è stato capace di espandere i confini del teatro, imponendo una visione estetica che ha lasciato un segno profondo anche in musica, danza, opera e arti visive. “Per lui il teatro è sempre stato un’opera d’arte globale”, ha ricordato il Teatro alla Scala, con cui ha collaborato a lungo, fino all’ultima regia lo scorso aprile con The night before. Objects chairs opera, evento inaugurale del Salone del Mobile 2025.

Dopo gli studi in economia e architettura, Wilson scopre il teatro lavorando con bambini disabili: è lì che comprende la forza narrativa del gesto, del silenzio e della lentezza. Si trasferisce a New York negli anni Sessanta, dove si muove tra pittura, scultura e scenografia. Nel 1968 fonda la Byrd Hoffman School of Byrds, laboratorio creativo da cui nascono le sue prime opere sperimentali, come The King of Spain e The Life and Times of Sigmund Freud.

Il successo internazionale arriva con Einstein on the Beach (1976), capolavoro firmato con Philip Glass, che rivoluziona l’opera contemporanea e impone il suo stile: immagini forti, ritmi dilatati, geometrie sceniche raffinate.

Wilson ha esplorato ogni linguaggio artistico, firmando spettacoli-marathon come The Life and Times of Joseph Stalin (12 ore) o KA MOUNTain and GUARDenia Terrace, andato in scena per sette giorni consecutivi su una montagna in Iran. Ha collaborato con figure come Tom Waits, David Byrne, Heiner Müller, William S. Burroughs, fino a coinvolgere star internazionali nei suoi celebri Voom Portraits, video installazioni con protagonisti che vanno da Brad Pitt a Lady Gaga, ma anche persone comuni e senzatetto.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti internazionali: il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1993), il Premio Europa per il Teatro (1997) e il Premio Imperiale in Giappone (2023), consacrandolo tra i maestri assoluti dell’arte scenica mondiale.

Tra le sue eredità più durature c’è il Watermill Center, centro di sperimentazione artistica e residenza creativa a Long Island, punto di riferimento per generazioni di giovani artisti.

Bob Wilson lascia un’eredità immensa, fatta di luce, silenzio, gesto e visione. Un teatro che non racconta solo storie, ma disegna mondi.

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