
La Fundação Bienal de São Paulo ha svelato ufficialmente i nomi delle artiste che rappresenteranno il Brasile alla 61ª Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia: Rosana Paulino e Adriana Varejão, sono state scelte dalla curatrice Diane Lima per un progetto dal titolo emblematico, “Comigo ninguém pode”
Il titolo dell’esposizione, che in portoghese designa la pianta Dieffenbachia ma evoca anche un noto detto popolare traducibile come “nessuno può battermi”, gioca sulle ambiguità semantiche per esplorare temi cruciali come la protezione, la tossicità e la resilienza. Questa scelta linguistica riflette la complessità del dialogo che Lima ha costruito tra le due artiste, entrambe impegnate da decenni in una riflessione profonda sulle ferite coloniali e sulle possibilità di riscrittura della storia attraverso il linguaggio dell’arte.
Diane Lima, curatrice di riferimento del femminismo nero in America Latina, descrive così la scelta: “Insieme, Paulino e Varejão rappresentano storicamente gli aspetti più trasformativi della presenza femminile nell’arte brasiliana”, afferma la curatrice, sottolineando come le loro poetiche, “in armonia e attrito”, riescano a fare eco alle lotte dei movimenti sociali e della democrazia senza mai perdere la capacità di sorprendere attraverso un’alta qualità tecnica. Lima approfondisce la metafora del titolo spiegando che “Comigo ninguém pode, come detto popolare, si riferisce anche al processo di trasferimento della conoscenza dalla natura al regno della vita, riflettendo così una manifestazione collettiva che avviene naturalmente quando ‘io’ diventa ‘noi’, diventa molti, diventa un’intera nazione che utilizza la sua saggezza come forma di difesa e sovranità”.
Il progetto curatoriale si sviluppa in un momento particolarmente significativo per il Padiglione Brasiliano, che sta attualmente vivendo un importante processo di rinnovamento architettonico e funzionale. Dal 2024 infatti la Fundação Bienal de São Paulo, in coordinamento con il Ministero della Cultura e il Ministero degli Affari Esteri, ha avviato un complesso intervento di recupero dell’edificio che si concluderà proprio in tempo per l’edizione del 2026. I lavori includono non solo il restauro architettonico ma anche ripari infrastrutturali, miglioramenti nell’accessibilità e adattamenti tecnici per ospitare mostre di grande scala, garantendo condizioni ottimali per la conservazione delle opere e l’accoglienza del pubblico.
Chi sono Rosana Paulino e Adriana Varejão
Le due artiste coinvolte portano nel progetto una ricca esperienza internazionale. Rosana Paulino, nata a San Paolo nel 1967, ha sviluppato una ricerca profondamente radicata nelle questioni razziali e di genere, con opere che esplorano la memoria collettiva e le conseguenze del colonialismo. I suoi lavori fanno parte di collezioni prestigiose come quelle del MASP di San Paolo, del MoMA di New York, della Tate Modern di Londra e del Centre Pompidou di Parigi. Recentemente ha ricevuto il prestigioso MUNCH Award in Norvegia, ulteriore riconoscimento del suo impatto sulla scena artistica globale.
Adriana Varejão, artista carioca nata nel 1964, da anni indaga con straordinaria coerenza le stratificazioni culturali del Brasile coloniale, mescolando riferimenti alla tradizione barocca con una sensibilità contemporanea. Le sue opere sono conservate in istituzioni come il Metropolitan Museum e il Guggenheim di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Museo Reina Sofía di Madrid. All’Instituto Inhotim di Minas Gerais le è dedicato un padiglione permanente, testimonianza del suo ruolo centrale nel panorama artistico brasiliano.
L’annuncio della partecipazione brasiliana si allinea perfettamente con il tema generale della 61ª Biennale di Venezia, “In Minor Keys”, che promette di esplorare narrazioni alternative e prospettive decentrate nella produzione artistica contemporanea. La scelta di affidare il Padiglione a due artiste donne, sotto la guida di una curatrice come Diane Lima – recentemente nominata nel comitato scientifico di documenta – segna un ulteriore passo del Brasile nel dibattito artistico globale.














