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Cultura vs. Coronavirus: l’antidoto social alle chiusure forzate

Musei vuoti Venaria
Musei vuoti
Venaria

Il mondo della cultura italiano è in quarantena forzata causa Coronavirus. Tra eventi del settore rinviati (da ultimo il Salone del Mobile), mostre annullate, chiusure di musei e biblioteche, stiamo subendo culturalmente ed economicamente una battuta d’arresto significativa.

In questa situazione emergenziale non si può far a meno di notare come il digitale, usato più o meno sapientemente da alcune istituzioni culturali, si stia confermando un importante antidoto a un momento di forte chiusura, anche mentale. I mezzi digitali si sono rivelati uno strumento potente per non interrompere bruscamente il dialogo tra l’istituzione e i suoi pubblici. Insomma, se il visitatore non può andare al museo è il museo che “va” verso il visitatore e lo fa utilizzando i suoi altri spazi, quelli digitali.

#museichiusimuseiaperti

Le iniziative non mancano, a partire dai tanto incompresi social media. Superiamo lo sterile concetto che basta essere presenti sui social per avere una strategia digitale efficace e viviamo questi canali come vero punto di contatto tra il museo, la biblioteca, la fondazione e i visitatori. Specie di questi periodi dove i social pullulano di fake news che alimentano la nostra ansia collettiva. Le istituzioni, ai tempi del Coronavirus (e non solo), devono usare i social media per combattere la disinformazione, raccontare e raccontarsi.

#museichiusimuseiaperti
L’iniziativa social del Museo Tattile di Varese in risposta all’emergenza Coronavirus.

Ed ecco che il Museo Tattile di Varese da lunedì ha lanciato su Twitter un hashtag ad hoc (#museichiusimuseiaperti) invitando le istituzioni colpite dalla “quarantena culturale” ad aprire virtualmente le loro porte e continuare l’esperienza di visita. Un appello colto al volo da una comunità museale sempre più attiva sul social del cinguettio e che ha proseguito l’iniziativa anche su Facebook e Instagram.

In compagnia del profilo Twitter dei Musei Reali di Torino, per esempio, abbiamo visitato l’Armeria Reale assistendo a un’attività solitamente off-limits: la spolveratura delle corazze. Scopriamo, a distanza di un tweet, che i loro restauratori sono impegnati in questi giorni nel trasferimento di diverse opere dirette alla Reggia di Venaria per la mostra “Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680 – 1750”. I Musei saranno anche chiusi, ma non smettono di lavorare.

#museichiusimuseiaperti2
Tweet del profilo @MuseiRealiTo del 25 febbraio 2020.

La risposta social dei Musei al Coronavirus

Da Twitter passiamo a Facebook e Instagram per passeggiare in compagnia del Direttore Christian Greco tra le sale del Museo Egizio di Torino. In pillole video il Direttore e i suoi Curatori raccontano storie millenarie, rendendole a portata di tutti. D’altro canto il Museo Egizio è straordinariamente bravo nel rendere semplici e accessibili concetti complessi (basta osservare il lavoro fatto per raccontare il sistema geroglifico su Instagram).

Parlando di grandi direttori e di grandi istituzioni, anche la Pinacoteca di Brera ha messo “in gioco” il suo Direttore inaugurando la rubrica “Appunti per la resistenza culturale”. In un video Bradburne ricorda ai visitatori che “il cuore della Pinacoteca non ha smesso di battere […] e che un museo non è solo nei suoi oggetti fissi”. Il racconto e le attività della Pinacoteca proseguiranno via social in questi giorni di chiusura: un’occasione per scoprire il lavoro delle tante figure professionali che si muovono in questi luoghi straordinari.

Sulla scia dell’iniziativa #museichiusimuseiaperti, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci ha creato la rubrica #storieaportechiuse: un racconto digitale pensato per mostrare ai visitatori quello che normalmente non si può vedere. Ogni giorno “storie a porte chiuse” racconterà il Museo e le sue collezioni attraverso le parole del Direttore e dei Curatori che accompagneranno virtualmente i visitatori, risponderanno alle domande durante le dirette streaming interattive, approfondiranno tematiche relative alle diverse sezioni museali.

Performance e fiere online: la cultura non si ferma

Se il Museo chiude per emergenza Coronavirus, la mostra va in streaming. Questa è la filosofia del MAMbo che rende accessibile su YouTube, a orari stabiliti, “Bonjour”, la performance ambientale di Ragnar Kjartansson e parte della mostra AGAINandAGAINandAGAINand, inaugurata lo scorso gennaio. Inviando una mail durante gli orari di streaming con oggetto “Bonjour” all’indirizzo istituzionebolognamusei@comune.bologna.it, sarà inoltre possibile accedere a prezzo ridotto alla mostra, a partire dal primo giorno di apertura, con tanto di gadget incluso.

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Ragnar Kjartansson. Bonjour, 2015. Veduta di allestimento presso MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2020. Photo Gabriele Lepri

I social non sono gli unici spazi digitali in cui ribellarsi alla chiusura forzata dei luoghi della cultura. Il sito web dell’istituzione, con le sue collezioni digitali e le mostre virtuali, resta in tal senso un presidio importante. Senza dimenticarsi dell’esempio di chi, come Art Basel, per superare il trauma della cancellazione dell’edizione di Hong Kong, ha lanciato la piattaforma Viewing Rooms: un versione digitale della fiera che sarà fruibile online dal 20 al 25 marzo.

Biblioteche digitali contro l’infodemia Coronavirus

Non sono solo i musei ad essere colpiti dall’epidemia Coronavirus: anche alcune biblioteche hanno dovuto momentaneamente chiudere i battenti. Questo non ha messo in pausa la loro vocazione a luoghi di comunità e di diffusione della conoscenza. Molte hanno infatti risposto alle chiusure forzate mostrando la loro naturale inclinazione al digitale. Un esempio? Il prestito dei libri che non si limitata al cartaceo, ma viaggia anche in formato e-book. Sono tanti i poli e i sistemi bibliotecari che da anni offrono ai loro utenti la possibilità di accedere a numerose risorse digitali: e-book, musica, film, corsi di lingua, per citarne degli esempi. Le biblioteche, specie in questi giorni, attraverso i canali social e proposte mirate di letture combattono assiduamente le fake news fornendo agli utenti gli strumenti, anche digitali, per informarsi con consapevolezza e coscienza critica.

Insomma, in un momento in cui tutto il Paese vive in uno stato di emergenza, la cultura cerca di rispondere con forza a questa quarantena usando, con un tocco di creatività e di strategia, i mezzi digitali a sua disposizione.

Una breve postilla: il digitale non è solo un antidoto in momenti di emergenza, ma è uno strumento quotidiano per connettere le istituzioni culturali alle persone. Tra le tante cose, il digitale crea un dialogo anche con chi, per una ragione o per un’altra, non potrà mai fisicamente recarsi in quei luoghi, ma ne potrà comunque virtualmente beneficiare.

Musei vuoti
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