Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Davide Dicorato
Come passi la giornata, dove e come lavori? A cosa stai lavorando?
La mia giornata non è cambiata molto, non vado più in palestra, in studio, a lavoro e non esco la sera. Però mi son reso conto che la mia vita era abbastanza solitaria anche prima del COVID-19. Lavoro qualche ora al giorno con i mezzi che ho in casa. Nell’ultima settimana ho iniziato a scansionare un pò di materiale cartaceo che avevo per produrre una nuova pubblicazione. Sto principalmente nella mia stanza che ha subito diverse modificazioni nell’ultimo mese, essendo un trapiantatore esperto utilizzo la mia camera come un display di lavoro in continua evoluzione. Diciamo che sto vivendo a stretto contatto con il mio personale withe cube, dove accosto oggetti e ne allontano altri percependo il ruolo di forze che gli elementi esercitano nelle spazio. Mi tengo in allenamento diciamo. Cerco di avere comunque una routine, mi rendo conto che è una situazione che riesco a gestire abbastanza bene fino ad ora.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Ma dentro di me sono concetti che indago da sempre nel mio lavoro a prescindere dalla situazione attuale delle cose. Una delle mie ultime riflessioni riguardante questi concetti è stato un pensiero che ho scritto ad inizio quarantena, legato ad un collage di una foto tessera e delle ali di farfalla, che dice così:
“Ciò che ci appartiene è la vita è il frammento è l’attimo.
Le scelte, la dualità del nostro pensiero è catastrofe è particella di mille percezioni.
Consapevoli o meno, pascoliamo, bruchiamo, coltiviamo, attimi, momenti.
Pensieri contrastanti che non lasceranno altro di noi che immagini e files.
Proiezioni e potenze vaganti.
Sono solo perché è quello che voglio.
Perché è l’unica scelta che ho.
?
Il tempo, il suono del tempo è silente e incomprensibile
Guardo nel passato per sistemare il mio futuro.
Che non ha ne voce e ne spazio se non nella proiezione e nella speranza.
Il tempo non si ferma il tempo non ha spazio non ha cuore non ha corpo.
Il tempo non ci appartiene.
Basta guardare la polvere per accorgersi che un giorno non saremo nulla, e saremo tornati a casa.”
Leggere, scrivere, riflettere.
Yoga, esercizio fisico, assorbo l’energia del sole dal balcone, la sera mangio guardo un film e leggo.
Prima cosa che farai quando finisce quarantena?
Andare in mezzo un bosco.