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Iconografia delle guerre

Il memoriale di Eisenman a Berlino Il memoriale di Eisenman a Berlino
Il memoriale di Eisenman a Berlino
Il memoriale di Eisenman a Berlino

Nel libro “Le immagini delle guerre contemporanee” (Meltemi) un interessante excursus storico della documentazione dei conflitti, dalla Prima Guerra Mondiale a Youtube

Pierandrea Amato, Micaela Latini, Erica Grossi, Raffaele Scolari, Adolfo Mignemi, Giovanni Scirocco, sono gli autori della prima parte del volume, che si intitola “Ereditare le immagini delle guerre mondiali”. La seconda parte si intitola invece ”Le arti come testimonianze e comprensione dei conflitti”, e raccoglie testi di Paola Bozzi, Paola Quadrelli, Francesca Marelli, Angela Mengoni, Alice Cati, Giorgio Avezzù e Andrea Pinotti, mentre la terza e ultima parte del monumentale volume ha come titolo “Pensare le guerre con gli occhi (e con le loro protesi)”. Questa sezione raccoglie articoli di Mauro Carbone, Ruggero Eugeni, Barbara Grespi, Maurizio Guerri, Dario Cecchi, Elena Pirazzoli, Giuliana C. Galvagno.

Le immagini delle guerre contemporanee, a cura di Maurizio Guerri
Le immagini delle guerre contemporanee, a cura di Maurizio Guerri

La prima cosa che colpisce e salta agli occhi in questo Le immagini delle guerre contemporanee è la parità di genere tra gli autori, con una nutrita presenza di studiose che oggi non è ancora una cosa scontata. L’altra cosa è la trasversalità degli articoli, tutti di altissimo livello, che attraversano territori assai diversi, dal tema del dove sia il nemico, a Kafka e la guerra, la colonia penale e la macchina infernale, le trincee, i territori di guerra, la violenza nelle e delle immagini, piazzale Loreto. E poi anche distopie e utopie, l’opera di Heiner Muller, la battaglia di Stalingrado, Anselm Kiefer. E la guerra preventiva, il Golpe argentino, astrazione, iconoclastia, mass media, terrorismo, droni e kamikaze. L’Iran e la sua rappresentazione, l’archeologia come campo di battaglia infine la guerra nello schermo, youtube.

Le guerre da sempre sono portatrici di violenze inaudite, crudeltà, rapine, sangue e morte. E per quanto l’immagine della guerra sia mutata attraverso i secoli, si arriva a una vera documentazione in diretta proprio a partire dalla Prima Guerra Mondiale. Con la rappresentazione degli eventi bellici e post bellici, che a partire da allora, ci ha accompagnato per un secolo. Le immagini e i filmati ci hanno accompagnato a Hiroshima e Nagasaki, le immagini filmate e fotografate ci hanno svelato l’orrore dei Campi nazisti. Ci hanno mostrato il processo di Norimberga, il muro di Berlino, lo sbarco sulla Luna. Sappiamo bene come le immagini del Vietnam avranno conseguenze brutali sulla coscienza della gioventù di mezzo mondo. Le immagini ci hanno fatto attraversare il crollo dell’URSS e approdare alla Guerra del Golfo. Che segna un punto di svolta tra rappresentazione “storica” e rappresentazione “post storica”.

La guerra secondo Anselm Kiefer
La guerra secondo Anselm Kiefer

La Guerra del Golfo ci ha mostrato immagini che somigliavano a un videogame, anche se abbiamo immediatamente scoperto, grazie a coraggiosi fotoreporter, com’era la guerra al livello del suolo. Era sempre la stessa vecchia sporca orrenda cosa, morti mutilati, stupri e distruzioni immani, macerie. L’irrompere successivo di un terrorismo su scala planetaria con fortissime connotazioni simboliche, basti pensare alle Twin Towers o alle esecuzioni di Daesh, si è accompagnato da allora a una crescente svolta tecnologica. Per la quale il drone, l’aereo teleguidato, come osserva Guerri, va in parallelo con la corporeità, col sacrificio personale dell’attentatore suicida, novello kamikaze.

La pandemia ci ha inoltre mostrato anzi, di-mostrato, la messa in opera – per ora senza legge marziale, ma comunque con diminuzione di diritti costituzionali universalmente riconosciuti – della militarizzazione dei territori preconizzati dall’Urban Operations in the Year 2020 della NATO, interessantissimo documento Atlantico tradotto in italiano nel 2009 al convegno antimilitarista di Trento col titolo “eserciti nelle strade”.

Così questo volume, otre ad essere prezioso nell’offrire molteplici punti di vista su un tema quanto mai importante, dimostra la sua attualità anche rispetto alla crisi dettata dalla pandemia. Oggi è in corso una specie di terza guerra mondiale a bassa intensità, che affianca l’ottantina di conflitti armati in pieno svolgimento. E sappiamo bene quanto, in ogni guerra guerreggiata, sia anche costantemente all’opera una guerra psicologica. Una guerra di propaganda, una guerra di controinformazione. Che al pari delle forme di combattimento militare, agisce nel conquistare il cuore e o la mente del nemico, fiaccarne la volontà, confonderne i ragionamenti, alterarne la percezione.

Il volume quindi, nonostante l’alto livello scientifico e stilistico, è scritto talmente bene da poter essere letto e compreso da qualsiasi tipo di lettore. Allo stesso tempo, risulta uno strumento imperdibile nella biblioteca di ogni studioso delle scienze umane. Ultima osservazione, le belle e preziose immagini a corredo degli articoli, delle quali molte sono di opere di Kiefer, Richter, Eisenman, Serra etc. Provengono da importanti archivi, musei, centri studi, e formano, per alcuni versi, un vero e proprio libro nel libro.

Massimo Mazzone

Le immagini delle guerre contemporanee
a cura di Maurizio Guerri
Meltemi, pag, 443, eur. 28
http://www.meltemieditore.it/

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