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Architetto senza tempo. Capricci e capolavori grafici di Giambattista Piranesi in mostra a Bassano

Giambattista Piranesi: Arco di Costantino. Acquaforte 47,7 x 71,2 Giambattista Piranesi: Arco di Costantino. Acquaforte 47,7 x 71,2
Giambattista Piranesi: Arco di Costantino. Acquaforte 47,7 x 71,2
Giambattista Piranesi: Arco di Costantino. Acquaforte 47,7 x 71,2

Dopo Albrecht Dürer, le sale restaurate di Palazzo Sturm di Bassano del Grappa accolgono un altro tra i giganti dell’incisione mondiale: Giambattista Piranesi (1720-1778). La mostra, a cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza, propone tutti i capolavori grafici di Giambattista Piranesi patrimonio delle raccolte bassanesi. Un corpus completo che comprende incisioni sciolte e molte altre racchiuse in volumi ai quali si aggiunge la serie completa delle Carceri d’Invenzione proveniente dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

Il patrimonio grafico dell’artista di origini venete, che conta a Bassano circa 570 opere, viene esposto nel quarto e quinto piano di Palazzo Sturm, spazi destinati alle esposizioni temporanee, inaugurati dopo l’ultima campagna di restauro, con la mostra Albrecht Dürer. La collezione Remondini.

Giambattista Piranesi: Piramide di Caio Cestio. Acquaforte 45,5 x 57,3
Giambattista Piranesi: Piramide di Caio Cestio. Acquaforte 45,5 x 57,3
Disegnatore, incisore, antiquario e architetto, Giambattista Piranesi è considerato il più grande esponente dell’incisione veneta del Settecento. La sua attività ha influenzato non solo architetti ma anche scenografi e pittori oltre che lasciare un forte impatto anche sulla fantasia letteraria.

Veneto di nascita ma romano d’adozione, Piranesi si presenta in questa mostra con tutta la sua incredibile potenza grafica.

Giunto a Roma appena ventenne, decide di trasferirvisi definitivamente a partire dal 1746, iniziando la produzione delle celebri Vedute di Roma: raccolte di tavole raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelle presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa. Architetto di un unico edificio, la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, Piranesi diede vita nelle sue incisioni ad architetture che stupirono il mondo, magnificamente oniriche ma al contempo potentemente concrete e per questo destinate a colpire la fantasia di molti. Di lui parlarono con ammirazione sconfinata non solo esperti d’arte e di architettura ma anche poeti e scrittori; tra i molti Marguerite Yourcenar volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri – l’opera forse più famosa di Piranesi – scrive trattarsi di «una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo».

Per la prima volta nella loro storia i Musei Civici di Bassano del Grappa espongono al pubblico il corpus completo di incisioni piranesiane presenti nelle collezioni permanenti cittadine. Un corpus completo che comprende le più celebri Vedute di Roma: tavole raffiguranti i monumenti antichi realizzate dall’artista nell’intero arco della sua vita. A queste si aggiungono i quattro tomi delle Antichità Romane, preziosi volumi che costituiscono il fulcro della visione archeologica di Piranesi. Fondamentali per l’intera opera piranesiana e, allo stesso tempo, punto di partenza per le opere successive di argomento analogo e complementare, queste tavole forniscono un quadro unitario organico della città di Roma attraverso l’individuazione dei monumenti, delle zone e degli spazi, della cinta muraria, della rete degli acquedotti e delle porte urbane.

Musei Civici Bassano del Grappa
Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo
A cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza
Palazzo Sturm
20.6—19.10.2020

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