La prima mostra personale di Sholto Blissett presso la galleria di Milano Peres Projects inaugura il 19 luglio. Si intitola “Arboreal” e presenta le nuove opere dell’artista inglese nato nel 1996 a Salisbury
L’artista crea paesaggi onirici che si collocano al di là di qualsiasi periodo temporale. Interessato alle nozioni di idilliaco, rurale e pastorale, la pratica di Blissett cerca di decostruire le “finzioni che le società creano per comprendere il loro posto nella natura”. Queste scene, che spesso sono ambientate in vasti paesaggi montani, avvolgono immediatamente lo spettatore in un universo meditativo e trasformativo.
Nella pratica di Blissett, l’idea di paesaggio non descrive solo un motivo o un genere, ma si riferisce anche a un concetto costruito storicamente da investigare, e a uno strumento visivo attraverso il quale riflettere sul rapporto tra l’uomo e la natura. Il suo lavoro, a prima vista intriso di una serena semplicità, si colloca all’incrocio tra il suo amore per la pittura del paesaggio, la sua formazione universitaria in Geografia e l’esperienza della natura durante le passeggiate o la pesca nella natia campagna inglese. Queste diverse lenti attraverso cui Blissett contempla il paesaggio danno profondità al suo approccio. I suoi ecosistemi immaginari e disabitati, che prendono forma sia dall’osservazione che dalla ricerca, e che sono eseguiti in modo simultaneamente naturalistico, fantastico, e pittorico, indagano su come le società percepiscono, costruiscono e mitizzano il mondo naturale.
In questa mostra, Blissett ritorna sui temi caratteristici del suo approccio compositivo. Al centro della tela si trovano costruzioni neoclassiche abbandonate, viste da una prospettiva frontale. In primo piano scorrono limpidi corsi d’acqua, mentre sullo sfondo, sempre presente, una catena montuosa blocca l’orizzonte come un ostacolo ineluttabile che incombe sulla scena. Nonostante tutto, “Arboreal” sposta l’attenzione su una rinegoziazione delle dinamiche di potere tra natura e cultura. Come suggerisce il titolo, gli alberi diventano il fulcro di questa nuova serie, in cui vigorose querce fanno da controparte a spettrali elementi architettonici. “Arboreal” deriva da arbor, la parola latina per “albero”, e, per una coincidenza non legata alla sua etimologia, contiene anche “boreale”: questo termine rimanda a un ecosistema dell’emisfero settentrionale, simile alla tundra di cui i paesaggi di Blissett, rocciosi e spazzati dal vento, ricoperti da distese di muschi e licheni, sono una reminiscenza.
In “Arboreal”, le folies ornamentali e gli alberi si completano a vicenda, formando così un ecosistema in miniatura. Ogni albero sembra essere stato potato per rispecchiare la silhouette della pietra adiacente; a meno che, al contrario, un architetto, ispirato dai contorni sorprendenti delle chiome, non abbia deciso di replicarla. Ponendo lo spettatore di fronte a questo enigma, la pratica di Blissett tocca gli istinti antropocentrici che portano a privilegiare, spontaneamente, la prima ipotesi. In questo modo, le opere in mostra evidenziano la propensione a cercare di comprendere la natura proiettando su di essa i comportamenti culturali umani.
Tra la struttura artificiale e il suo omologo arboreo persiste una frattura, più o meno evidente da una tela all’altra. Spetta ancora una volta allo spettatore percepirla come un divario insormontabile oppure come una lacerazione in via di ricucitura; si possono interpretare questi scenari come un simbolo di competizione tra uomo e natura, o come una dimostrazione di mutualismo, una modalità di interazione reciprocamente vantaggiosa tra le specie. Nella mostra Blissett esplora questo stato di indecisione, infondendo nelle sue tele un certo sentore di disagio.
Le rappresentazioni apparentemente levigate di Blissett richiedono un’ispezione più attenta per poter apprezzare a pieno l’abilità della sua pennellata, già essa stessa un ecosistema pittorico. Sulle sue tele, infatti, ogni elemento è trattato con una tecnica diversa, e ogni pennello parla il proprio linguaggio. Il movimento dell’acqua è catturato attraverso pennellate sciolte e gestuali eseguite con pennelli di grandi dimensioni, mentre la texture di ogni pietra è resa con tamponamenti meticolosi che emulano il muschio che le ricopre o la luce che si riflette sulle loro superfici ruvide. A un esame più attento, dietro l’apparente “calma” emerge una certa turbolenza, proprio come nei paesaggi a cui la pennellata di Blissett dà forma.
Sholto Blissett – Arboreal
19 Luglio – 29 Settembre, 2023
Opening mercoledì 19 luglio, ore 18–21
Peres Projects
Piazza Belgioioso, 2,
20121 Milano
www.peresprojects.com