Nan Goldin guida la Power 100 List 2023 della rivista inglese ArtReview, che per la prima volta mette soltanto artisti nelle prime posizioni
Quando ne parliamo, premettiamo sempre che si tratta di indicazioni ovviamente soggettive, di nessun rilievo se non comunicativo. Perché la Power 100 List pubblicata ogni anno dalla rivista inglese ArtReview è stilata da un panel di 40 professionisti, senza pretese di oggettività. Eppure dopo 22 edizioni è un contributo che non manca mai di innescare dibattiti spesso polemici, comunque salutari in un ambiente spesso troppo paludato. Ma quest’anno l’elenco appena sfornato supera di gran lunga la soglia della credibilità, rischiando di sfociare nella farsa. Perché? Perché secondo gli “analisti” ingaggiati all’uopo nella top ten dei personaggi più potenti degli ultimi 12 mesi ci sarebbero 10 artisti.
L’indicazione sarebbe scioccante, ma qualcuno potrebbe anche esultare: basta mediatori, basta speculatori, la bacchetta magica torni in mano ai veri protagonisti. Ma se vogliamo dare dei segnali capaci di incidere, bisogna che questi siano anche lontanamente credibili. Davvero qualcuno crede possibile che nell’attuale mondo dell’arte il potere sia in mano agli artisti? Quando uno dei mega galleristi che tutti conoscono ne può decretare la dannazione con solo 4 righe di comunicato? O quando un direttore di Biennale la consacrazione affidandogli l’apertura della sua mostra? O quando un direttore di fiera sposta bilioni di dollari solo annunciando una nuova edizione nel sud est asiatico?
Politically correct
Ma anche accogliendo questa scelta come idealista buon auspicio, è l’indicazione dei fantastici 10 a far crollare il castello. Se qualcuno vi chiedesse oggi di indicare gli artisti più potenti nel mondo, oggettivamente quali nomi vi verrebbero in mente? Damien Hirst? Jeff Koons? Anish Kapoor? Gerhard Richter? David Hockney? Niente di tutto questo. Perché – e questo non ci sorprende – le scelte sono marcatamente politically correct. Artisti – si legge nella nota di ArtReview – che utilizzano “il loro status per sostenere e realizzare un ampio cambiamento sociale”. Al primo posto ecco dunque Nan Goldin, “pioniera della fotografia di controculture e gruppi emarginati. E più recentemente feroce attivista contro gli interessi aziendali responsabili della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti”. E così andando, a voi scorrere la top ten qui sotto e la lista completa qui.
Annotazione “nazionalista”: per la prima volta da diversi anni nella Power 100 non compare la Galleria Continua. Certo, questo potrebbe seguire un trend punitivo verso i galleristi, che vede Gagosian, Hauser&Wirth e Zwirner “solo” fra la decima e la ventesima posizione. Ma davvero è credibile anche questa cancellazione? Chi si fosse trovato ad Abu Dhabi durante le recente edizione della fiera emiratina avrebbe al contrario toccato con mano la grande penetrazione globale del lavoro di questi galleristi globetrotter. Al Louvre Abu Dhabi in ogni sala troneggia una grande opera di Michelangelo Pistoletto. E la Cultural Foundation sfoggia una grande antologica di Pascale Marthine Tayou. Tutto mediato dalla Galleria Continua. E non è “Power” questo?
La Top Ten della ArtReview Power 100 List 2023
1 Nan Goldin
2 Hito Steyerl
3 Rirkrit Tiravanija
4 Simone Leigh
5 Isaac Julien
6 Ibrahim Mahama
7 Theaster Gates
8 Steve McQueen
9 Karrabing Film Collective
10 Cao Fei