Venezia e Mestre ospitano un evento che salta a piè pari i confini tradizionali dell’arte contemporanea, esplorando le connessioni tra arte e scienza, e che farà gola a coloro che da anni cercano di unire i puntini delle due materie senza grandi risultati. La mostra “Shelter Island”, che si terrà dal 22 maggio al 24 agosto 2024 presso le due sedi della Marina Bastianello Gallery, è un progetto ambizioso che riunisce due artisti di generazioni e background diversi: Fernando Garbellotto e Luca Pozzi
La conferenza stampa di presentazione, tenutasi il 16 maggio con un’introduzione del fisico Carlo Rovelli, ha dato il via a un dialogo che promette di essere tanto intellettualmente stimolante quanto visivamente affascinante.
Il titolo della mostra, “Shelter Island”, evoca immediatamente un evento storico fondamentale: il leggendario summit del 1947 che vide riuniti alcuni dei più grandi fisici teorici dell’epoca, tra cui Richard Feynman e J. Robert Oppenheimer, per discutere le fondamenta della meccanica quantistica. In un periodo di grandi turbolenze geopolitiche e innovazioni scientifiche, questo incontro fu un momento cruciale di condivisione e riflessione.
Garbellotto e Pozzi, attraverso il loro progetto collaborativo, cercano di ricreare l’atmosfera di quel vertice, ma senza mai dimenticare le sfide contemporanee. La loro “Meta-Conferenza” diventa un’opera d’arte immersiva che utilizza la tecnologia della realtà virtuale per trasportare i visitatori in una cometa digitale di 4 km di diametro, parte della Rosetta Mission 2024 di Luca Pozzi. Questo ambiente virtuale ospita una playlist di podcast curata dal Perimeter Institute di Waterloo, che si materializza davanti agli occhi del pubblico sia fisicamente, nelle gallerie, sia virtualmente, attraverso schermi distribuiti in vari punti di Mestre.
L’inaugurazione del 17 maggio ha trasformato Mestre in un epicentro culturale grazie alle installazioni che si snodano tra il Distretto M9 e la Galleria Marina Bastianello. Il giorno successivo, invece, il focus si è spostato sulla sede veneziana della galleria. A Mestre, Garbellotto presenta un’installazione murale ispirata ai frattali di Benoit Mandelbrot, intitolata La Rete come idea del mondo, mentre Pozzi trasforma lo spazio espositivo con dispositivi magnetici e sculture ingegnerizzate dotate di rivelatori di particelle dell’INFN, offrendo al pubblico la possibilità di esplorare l’universo della Rosetta Mission 2024 attraverso postazioni di realtà virtuale.
Non è un’esposizione comune, ma è di fatto un invito alla partecipazione attiva e al dialogo. La conferenza stampa all’Auditorium “Cesare De Michelis” dell’M9 ha permesso ai presenti di interagire direttamente con gli artisti e di comprendere le motivazioni profonde dietro questo progetto. L’intervento di Rovelli, seppur a distanza, ha aggiunto un ulteriore livello di riflessione, sottolineando l’importanza della collaborazione tra discipline per affrontare le complessità del mondo odierno.
“Shelter Island” è un esempio brillante di come l’arte possa servire da ponte tra mondi diversi, favorendo una comprensione più profonda delle interconnessioni che definiscono la nostra esistenza. In un’epoca di divisioni e conflitti, progetti come questo ci ricordano il potere trasformativo della conoscenza condivisa e della creatività collaborativa.
Stiamo parlando di un progetto che, per chiunque abbia interesse a esplorare il dialogo tra arte e scienza, rappresenta un appuntamento imperdibile, grazie anche alla partecipazione di figure di spicco come Roger Penrose e Katie Mack. Non è solo un’esperienza visiva straordinaria, ma anche un’opportunità unica di riflessione e apprendimento su tematiche ampie, affascinanti e raramente proposte.
Photo credits: lucapozzi & marinabastianellogallery (Francesco Piva)