Hangar Bicocca questo autunno cala l’asso: “Jean Tinguely” è la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista e sarà in mostra dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025. La mostra tenterà di mettere in luce la radicalità e la natura sperimentale di Jean Tinguely, tra gli artisti che hanno tracciato la storia dell’arte del XX Secolo, rimarcando la sua attualità nel presente e la sua valenza contemporanea ancora oggi. Il percorso espositivo prevede oltre trenta lavori realizzati dagli anni cinquanta agli anni novanta che occuperanno i 5.000 metri quadrati delle Navate di Pirelli HangarBicocca dando vita ad un’unica coreografia sonora e visiva formata dalle opere più rappresentative del suo percorso artistico, da quelle seminali a quelle cinetiche monumentali. La mostra “Jean Tinguely” è realizzata da Pirelli HangarBicocca in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea. Il progetto espositivo è a cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli. La mostra Jean Tinguely fa parte del palinsesto di eventi culturali realizzati per celebrare i cento anni dalla nascita dell’artista (1925-2025). “Sono un artista del movimento. Ho cominciato facendo pittura, ma mi sono arenato, ero in un vicolo cieco” (da “Tinguely parla di Tinguely”, intervista in onda sulla Radio Televisione Belga il 13 dicembre 1982). Si autodefinisce così uno degli artisti più eversivi del secolo scorso che ha incentrato tutta la sua sperimentazione sul superamento della bidimensionalità e sull’assidua ricerca sul movimento della materia e degli oggetti e sul cambiamento continuo, scardinando il concetto di composizione permanente e definitiva. Una attitudine artistica che si riferisce a temi esistenziali più ampi come la precarietà e transitorietà dell’essere umano e l’evoluzione dei contesti sociali e politici.
Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991) è infatti considerato uno dei grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, e uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica. Al centro del suo lavoro vi è la ricerca attorno alla macchina con il suo funzionamento e movimento, i suoi rumori e suoni e la sua poesia intrinseca. Tinguely è tra i primi artisti ad utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali che poi salda, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti dotate di veri e propri motori. Le sue sculture presentano inoltre un carattere performativo grazie al loro costante movimento e alla loro peculiarità di coinvolgere il pubblico. L’ingranaggio, e in particolare la ruota, sono spesso gli elementi fondanti delle sue opere, i cui funzionamenti tradizionali sono volontariamente sgretolati dall’artista, che libera la macchina dalla tirannia dell’utilità, favorendo l’imprevisto e l’effimero all’interno dei suoi marchingegni assurdi e sorprendenti. La mostra in Pirelli HangarBicocca sarà la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista e includerà più di trenta opere, realizzate dagli anni cinquanta agli anni novanta, che occuperanno la quasi totalità dei 5.000 metri quadrati delle Navate. Formeranno il percorso espositivo i lavori che hanno segnato l’evoluzione della pratica di Jean Tinguely come le sculture sperimentali méta-mecanique della metà degli anni cinquanta; Gismo (1960) imponente scultura meccanica dotata di ruote e motore; Ballet des Pauvres (1961) realizzata con oggetti di uso domestico; le grandi macchine come Requiem pour une feuille morte del 1967; Plateau agriculturel (1978) realizzata con diversi macchinari per il lavoro agricolo; i Philosopher del 1988 e 1989 dedicati ai filosofi antichi e moderni (che hanno teorizzato l’anti materialismo); le macchine musicali come Méta-Maxi e le opere come Pit-Stop del 1984 e Shuttlecock del 1990 che rivelano la grande passione dell’artista per la Formula 1 e per le gare di velocità. Questa retrospettiva, che si apre a ridosso dei cento anni dalla nascita dell’artista, sarà anche l’occasione per ricordare al pubblico il profondo rapporto di Jean Tinguely con Milano dove ha realizzato alcuni dei suoi progetti più ambiziosi come La Vittoria (1970), l’iconica performance-spettacolo organizzata di fronte al Duomo. L’ultimo grande tributo a Jean Tinguely in un’istituzione italiana avvenne nel 1987 con la mostra “Una magia più forte della morte”, aperta nella sua prima tappa a Venezia a Palazzo Grassi e curata da Pontus Hultén, importante curatore e direttore di museo (nella vita ne ha diretti sei, tra cui il museo Tinguely di Basilea), e grande amico e promotore dell’artista.
Il percorso di mostra sarà un’unica coreografia sonora e visiva formata da opere di vario formato, alcune addirittura monumentali, in cui emergerà la componente sonora, quella dinamica e quella cromatica dell’espressività anticipatrice di Tinguely. Le opere meccaniche troveranno un legame spontaneo con l’ampiezza dell’edificio ex industriale di Pirelli HangarBicocca e offriranno al pubblico la possibilità di entrare in contatto e approfondire la pratica dell’artista svizzero che concepiva l’arte lontana dall’idea di autorialità, quindi mai univoca e definitiva: un’arte sovente realizzata come performance, talvolta collocata in luoghi non museali, transitoria e, grazie ai suoi elementi interattivi, capace di coinvolgere e affascinare.