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The Bach Variations

dalla nostra corrispondente a New York
Grande successo nei primi giorni di apertura per “The Bach Variations“, festival organizzato dalla New York Philharmonic al Lincoln Center di Manhattan e dedicato al compositore tedesco Johann Sebastian Bach. I concerti durano fino a inizio aprile e sono espressione del movimento HIP (historically informed performance), iniziato mezzo secolo fa con l’obiettivo di utilizzare fonti storiche e, se possibile, strumenti d’epoca per fare musica come i compositori l’avevano concepita al loro tempo.
“Bach e’ il compositore che, molto spesso, finisce in testa alla lista dei compositori preferiti di chiunque” ha detto il direttore musicale della Philarmonic Alan Gilbert, che ha ideato il festival non da esperto del Cantore di Lipsia, ma da appassionato di musica, ansioso di mettere insieme diverse interpretazioni e punti di vista in questa avventura di cinque settimane. L’evento e’ un inno alla musica barocca ed il termine “variations” si riferisce ai quattro direttori d’orchestra che sono stati o saranno i protagonisti dei diversi spettacoli: dal 6 al 9 marzo, e’ stato il giapponese Masaaki Suzuki a condurre il suo Bach Collegium Japan, la Yale Schola Cantorum e la New York Philarmonic nelle performance di Magnificat e “Singet dem Herrn” di Bach e Magnificat di Mendelssohn.
Grande specialista di Bach e della musica barocca, Suzuki ha fondato nel 1999 il Bach Collegium Japan, noto ensemble di coro e musicisti. Brillante il concetto ideato dal direttore giapponese di presentare le opere di Bach dal punto di vista di Mendelssohn.
“Un buon interprete di Bach” – ha detto Suzuki – “deve fare ricerche in molte direzioni differenti – la vita di Bach, la sua calligrafia, la relazione con la Chiesa, il suo approccio al lavoro, la personalità’, i membri della sua famiglia, etc. – per  avvicinarsi alla sua vita di tutti i giorni”. Il direttore d’orchestra e’ noto per il suo approccio coscienziosamente storico al compositore tedesco e per la sua attenzione ai dettagli.

Questa settimana, Alan Gilbert sarà il direttore di Bach’s Mass in B minore, con i New York Choral Artists, oltre ad Anne Sofie von Otter e Dorothea Roschmann tra le voci soliste. Il direttore d’orchestra canadese Bernard Labadie, fondatore di Violons du Roy, condurrà gli spettacoli in programma dal 20 al 23 marzo, inclusi i concerti di violino con la tedesca Isabelle Faust come solista. “C’e’ cosi’ tanta vita nei ritmi interni di Bach. Chi e’ interessato all’architettura, ai numeri o alle formule matematiche, trovera’ piu’ interesse in Bach che in qualsiasi altro compositore, eccetto forse la Seconda Scuola Viennese” ha detto Labadie. Per molti amanti della musica classica, la caratteristica piu’ straordinaria delle opere di Bach e’ il potere emotivo della sua musica ecclesiastica. “Bach si vedeva come il quinto Evangelista, non solo per cantare la gloria di Dio, ma per portare il messaggio della chiesa ogni settimana” ha aggiunto il canadese.

Infine, il pianista Andras Schiff dirigerà la New York Philarmonic in una serie di concerti con opere di Bach, Mendelssohn e Schumann. Durante tutto il festival, la filarmonica si trasformerà in un laboratorio in cui il pubblico potrà studiare l’impatto dei diversi direttori sul suono dell’orchestra.

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