“Da un’altra prospettiva”: il 7 febbraio dalla pagina instagram dell’exhibit designer Andrea Isola è nato un format che ha come focus l’allestimento analizzato da chi le mostre le crea, ci investe, le cura e le visita. Andrea ha intervistato 24 professionisti del mondo dell’arte tra direttori di fiere e musei, curatori, galleristi e giornalisti, rivolgendo a tutti la stessa domanda: “Sapresti indicarmi, tra le mostre che hai prodotto/curato/visitato quella in cui l’allestimento ha giocato un ruolo fondamentale e per quale motivo?” L’obbiettivo, come spiega Andrea, è quello di far emergere l’importanza che danno all’allestimento gli addetti al settore e sensibilizzare il pubblico su come il volto di una mostra possa cambiare a seconda delle scelte progettuali di allestimento che vengono fatte.
Il contributo #4 è di Giuseppe Fantasia, giornalista per Huffpost, Hearst e per le pagine culturali de Il Foglio. Giuseppe ci racconta un’esperienza di visita all’interno di una mostra di uno dei suoi artisti preferiti e di come l’allestimento sia stato fondamentale.
“Pronunciando la parola “mostra”, mi viene in mente l’ultima che ho visto poco prima del lockdown, perché da quel momento in poi nel mondo è cambiato tutto. Si tratta di “The self-portraits” di Lucian Freud alla Royal Academy of Arts, a Londra. Autoritratti, ovviamente, in alcuni dei quali l’artista è anche nudo, ma anche ritratti ai suoi amici e familiari esposti per la prima volta tutti assieme. Erano 50 tra dipinti, acquerelli, stampe, disegni e schizzi che realizzò in 70 anni di carriera.
Fondamentale è stato l’allestimento capace di creare quella liason speciale tra la sua sfera individuale (ben rappresentata) e quei corpi, quei volti e quegli oggetti portandoli ad una intensa espressività. I giochi delle luci utilizzate e delle palette di colori, poi, creavano delle atmosfere silenziose e sospese confermando una sorprendente osservazione della realtà basata su una forte adesione concettuale evidenziando a loro volta un percorso cronologico ed artistico che definiva l’affascinante evoluzione del suo stile, dalle prime opere più grafiche e lineari fini allo stile più carnoso e pittorico.” (Giuseppe Fantasia)
ANDREA ISOLA:
Atmosfere silenziose e sospese.
Una frase perfetta, che riassume ciò che l’allestimento dovrebbe creare all’interno di una mostra di auto ritratti, in cui osserviamo l’artista che si mette a nudo e si spoglia da ogni tipo di impalcatura.
In maniera più semplice, stiamo parlando di un progetto di mostra coerente, in cui tema curatoriale, opere ed esperienza del visitatore viaggiano sullo stesso binario.
#appuntidiunexhibitdesigner