Tanta Italia nell’asta serale di Sotheby’s Londra del 2 marzo di arte moderna e contemporanea
Conto alla rovescia per le grandi aste di arte moderna e contemporanea di Londra. La classica Modern & Contemporary Evening Auction di Sotheby’s è in calendario per mercoledì 2 marzo.
Abbiamo già raccontato i principali top lot, primo fra tutti L’empire des lumières di René Magritte (stimato 60 milioni di dollari), i cinque dipinti di Claude Monet che tracciano il viaggio radicale dell’artista dall’Impressionismo all’astrazione, il ritratto monocromo di Pablo Picasso delle sue due amanti rivali Dora Maar e Marie-Thérèse Walter e tre dei pezzi di Banksy provenienti dalla collezione della rockstar Robbie Williams.
Ora vi segnaliamo le dieci opere di artisti italiani in catalogo, tra i quali Domenico Gnoli, Lucio Fontana, Alberto Burri e Piero Manzoni, solo per citarne alcuni.
Il dipinto raffigura una ricca fetta di torta, che sembra essere sul punto di uscire fuori dalla tela, esemplificando l’approccio analitico di Domenico Gnoli nella pittura di nature morte e la sua squisita attenzione per i dettagli. La vendita di La Tranche segue la grande retrospettiva di Gnoli alla Fondazione Prada a Milano, che ha creato un rinnovato e profondo interesse per il lavoro dell’artista e chiuderà tra pochi giorni, il 27 febbraio.
L’opera in asta è stata esposta in ogni grande mostra dell’artista.
Questo “Achrome” della fine degli anni Cinquanta è caratterizzato da morbide striature e pieghe liriche, che suscitano allo stesso tempo un senso di solidità scultorea e leggerezza eterea. Applicando il caolino (una morbida argilla bianca) sulla tela, la tecnica di Manzoni ha tratto ispirazione dalle sue estati trascorse nella città di Albisola, in Liguria, la cui piccola industria della ceramica ha lasciato un segno indelebile nella sua opera e in quella di molti altri artisti del Novecento italiano. Questo Achrome ha fatto parte della collezione di Emilio Scanavino, artista e grande amico di Piero Manzoni.
Questo cinque tagli su rosso di Lucio Fontana è una delle sole 15 opere “Concetto spaziale, Attese” rosse grandi più di un metro in altezza, tre delle quali si trovano oggi nelle principali collezioni museali del mondo.
Il lavoro di Fontana mirava a cancellare i confini tradizionali tra architettura, pittura e scultura in favore di una nuova estetica che egli definì Concetto spaziale. Le opere della serie dei “Tagli” – create tra il 1958-68 – sono caratterizzate da una forte tensione creata dal contrasto tra le ricche superfici monocrome e i violenti squarci incisi con una lama.
In questo secondo “Concetto Spaziale, Attese” di Fontana i quattro tagli in sequenza danzano su una tela rossa, il suo colore più apprezzato, declinato in una tonalità più brillante del precedente. L’opera viene offerta per la prima volta in asta.
Ancora Fontana. In questo lotto presente con un “Concetto Spaziale” della serie “Natura”. Modellata dalla terracotta in sfere organiche, questa serie comprende 44 opere create tra il 1959 e il 1960, di cui 33 fuse in bronzo. Le iterazioni originali in terracotta sono conservate alla National Gallery di Berlino, mentre alcuni dei corrispondenti calchi in bronzo appartengono a musei internazionali di tutto il mondo, tra cui l’Hirshhorn Museum, Washington DC; il Museum of Fine Arts, Houston, e il Moderna Museet, Svezia. La scultura non è mai apparsa in asta prima d’ora.
Due le opere di Alberto Burri in catalogo. “Legno Nero Rosso” proviene dalla celebre serie dei Legni che l’artista iniziò nel 1955. Caratterizzata dall’uso innovativo della vernice acrilica rossa, l’opera anticipa l’attenzione dell’artista sulla plastica rossa fusa, che diventerà una delle principali tecniche di Burri.
Rimasta nella stessa collezione dal 1975, l’opera debutterà all’asta il 2 marzo. Il lavoro è paragonabile ad altri esemplari della serie, oggi parte delle collezioni del Guggenheim di New York, della Fondazione Prada di Milano e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
“Lo Strappo” è una delle più importanti opere giovanili dell’artista, con un’incredibile storia espositiva, comprendente la mostra al Museo Reina Sofia di Madrid (2006) e la storica retrospettiva sulla sua carriera al Guggenheim (2015). L’artista Lucio Fontana, caro amico di Burri, possedeva un’altra versione dello stesso anno di quest’opera, intitolata “Studio per lo strappo”. Un altro esempio di questo lavoro risiede anche nella collezione del San Francisco Museum of Modern Art.
L’anno di esecuzione di quest’opera, il 1952, fu cruciale per la carriera di Burri; l’artista infatti, dopo un’importante mostra personale alla Galleria dell’Obelisco all’inizio dell’anno, stava acquistando sempre più fama. Pochi mesi dopo, le opere di Burri vengono presentate alla Biennale di Venezia, dove Fontana acquista il suo Studio per lo strappo.
Questo lavoro è stato acquistato direttamente dall’artista dall’attuale proprietario.
“Utile Verifica” fa parte della storica serie Superfici di Enrico Castellani. Con il suo schema ritmico di estroflessioni su di un’elegante superficie monocroma, rappresenta le esplorazioni di forma e spazio che erano al centro delle indagini artistiche italiane degli anni ’60 e che caratterizzano l’intera opera di Castellani.
In dialogo con i suoi contemporanei europei, ma anche con artisti americani come Donald Judd e Frank Stella, Castellani è stato uno dei principali artisti ad abbattere i confini tra pittura e scultura, ridefinendo radicalmente l’idea di tecnica. L’estroflessione della tela è ottenuta attraverso una tecnica meticolosa che prevede la creazione di un telaio preparato attraverso l’inserimento di chiodi con il fine di tendere la tela.
“Étude pour l’autobus”, dipinto nel 1913, appartiene ad un gruppo di dipinti e disegni a carboncino di Gino Severini che raffigura il tema degli autobus e dei treni in movimento. Evocando i principi chiave del futurismo – velocità, modernità e dinamismo – il presente lavoro cattura tutta l’energia frenetica della metropoli moderna.
L’artista conserva l’influenza della frammentazione divisionista ma utilizza elementi del cubismo per presentare nuove possibilità sul modo in cui la luce e il movimento potrebbero essere usati per superare la forma concreta.
In “Étude pour l’autobus”, Severini combina gli elementi geometrici dello stile cubista con gli impulsi intuitivi e umani del futurismo. Fonde dettagli vividi e specifici con una scomposizione della prospettiva tradizionale, ottenuta attraverso piani geometrici e punti di vista giustapposti, creando un notevole senso di simultaneità.
L’autista dell’autobus, vestito di nero, si aggrappa concentrato al lato del volante, mentre un pendolare in cilindro, a gambe elegantemente incrociate, legge il giornale ‘Le Matin’. È una celebrazione della sensazione di essere sopraffatti dagli stimoli. L’uso di parole spezzate – un tipico elemento cubista – aumenta la sensazione di movimento e gli scorci fugaci del mondo esterno quando si viaggia ad alta velocità.
Nella stessa collezione di famiglia da più di 60 anni, l’opera viene presentata per la prima volta all’asta. Concepito nel 1958-59, il presente lavoro incarna l’indagine di una vita di Marino Marini con una delle immagini più durature e importanti dell’arte occidentale: il cavallo e il cavaliere.
Concepiti nel bel mezzo di una profonda trasformazione politica, i cavalieri di Marini sono una risposta all’ondata di incertezza che ci ha travolto dopo la seconda guerra mondiale e ha continuato a farlo durante la guerra fredda. Marini si preoccupò particolarmente di rendere il tema del cavallo e del cavaliere attinente all’età contemporanea.
Le opere della serie “Guerriero” ricordano Guernica del 1937 di Picasso come un’allegoria dell’umanità barbarizzata dalla guerra.