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Canova, Giovanni Battista Sommariva, il potere e il Veneto da (ri)scoprire

Pompeo Calvi (Milano 1806 – Milano 1884), Interno di studio di Canova, olio su tela, Londra, Trinity Fine Art Ldt

Storia di un artista, di un collezionista e del potere: al Museo Gipsoteca Antonio Canova, a Possagno, la relazione tra lo scultore e Giovanni Sommariva, tra le vicende storiche dell’800 e i risultati dello stile

In Veneto risiedono racconti, storie e luoghi che non hanno bisogno di tante presentazioni. Uno di questi luoghi è Possagno, un comune del trevigiano con un illustre abitante: Antonio Canova.
È qui infatti che si trova il Museo Canova ed è qui che potete trovare uno dei luoghi più belli e più conosciuti del profondo Veneto, un luogo magico che voi siate cultori del celebre maestro o che siate semplici curiosi. A Possagno la magia canoviana viene costituita e sempre qui storie e racconti sul celebre scultore sono diventati miti, ma anche fonte di studio a livello mondiale. Entro dentro alla Gypsotheca Antonio Canova in punta di piedi, come si dovrebbe fare quando si va in visita ad un grande uomo; gli spazi sia quelli storici che quelli pensati e realizzati da Carlo Scarpa trasudano di una storia e di un candore unico, classico di Canova; mentre ci accompagna una bellissima luce che invade questi spazi, non ci si può non chiedere: è questa la vera essenza dell’arte?

Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822), Maddalena penitente, 1795, inv. 80, gesso, 90 x 75 x 77 cm, Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova

La mostra “Canova e il potere. La collezione Giovanni Battista Sommariva“, racconta di come l’artista fosse all’interno di molte collezioni di uomini di potere del suo tempo, ma nello specifico si sofferma a raccontare di due personaggi del tutto diversi per indole e interessi: il primo appunto Canova che tutti sappiamo essere stato non solo un grandissimo artista, ma anche un uomo di alta levatura, mentre il secondo Giovanni Battista Sommariva era in realtà quel tipo di persona che definiremmo un uomo di potere, ma anche collezionista.

La storia di Giovanni Battista Sommariva è davvero da romanzo: dopo varie vicissitudini che lo portano ad andare via dall’Italia e trasferirsi a Parigi dove costruisce il suo impero economico e di potere, fino a diventare uomo di fiducia di Napoleone, comprende che comprare opere d’arte di artisti riconosciuti e titolati era un ottimo modo per scalare i piani alti del potere parigino (e non solo) di allora, pratica consolidata anche oggi a ben pensarci. Così compra delle opere tra gli altri anche di Canova, ed ecco che i due si conoscono, artista e collezionista e questo dialogo nella mostra è ben inteso, ben raccontato con opere tridimensionali e bidimensionali, che raccontano quel tempo e quel potere attraverso le opere canoviane ma non solo, infatti il Sommariva aveva anche opere di altri artisti importanti quali ad esempio Francesco Hayez, che è in mostra, tanto per citarne uno.

Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), Amorino (Genio) alato, 1817, olio su tela, 94 x 56,5 cm, Ligornetto, Museo Vincenzo Vela

La mostra a cura di Moira Mascotto e Elena Catra e nata da un’idea di Vittorio Sgarbi è perfettamente distribuita e davvero nulla è posizionato o scelto a caso, come ad esempio la sala che ospita la Maddalena penitente, opera importante del maestro veneto esposta proprio come voleva Canova che diceva che le sue sculture dovevano essere guardate a trecentosessanta gradi, girando intorno alle sue opere come accade in questa sala, e ammirarne tutti i dettagli visibili e meno.

Ala Scarpa verso le Grazie, ph Lino Zanesco

Da non dimenticare l’importanza del mantenimento delle opere e del restauro: per la prima volta al pubblico viene esposto grazie a questa mostra l’Apollino, restaurato dal museo Canova e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Possagno non è proprio dietro l’angolo ma i grandi classici ci hanno e continuano a ricordarci una cosa fondamentale: la vera arte è senza tempo, e artisti come Antonio Canova sono talmente alti per talento e morale, talmente grandi da coprire lo spazio tempo di tutte le epoche, proprio perché attraverso la loro opera sono diventati immortali.
Una bellissima mostra in spazi leggendari che ne fanno una cornice unica: non potete mancarla di visitarla e di visitare un luogo così importante per la storia non solo del Veneto ma del nostro Paese.

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