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Speciale ArtsLife @New York 2023. La guida definitiva alle fiere, aste, gallerie, mostre del maggio newyorkese

Lo Speciale ArtsLife @New York maggio 2023 sarà aggiornato per tutto il mese di maggio

Oltre 70 appuntamenti selezionati per una guida definitiva del maggio newyorkese

Mancano meno di due settimane all’appuntamento clou del primo semestre del mercato dell’arte (aspettando Art Basel a giugno): il maggio newyorkese. Tra York Avenue e il Rockefeller Center stanno per andare in scena i più importanti incanti della stagione. Il piatto è ricchissimo e continua a crescere con annunci e proclami quotidiani (gli ultimi di poche ore fa sono un maestoso Spider della Bourgeois stimato 40 milioni di dollari e un infinito paesaggio di luce di Klimt da almeno 45 milioni) di nuove opere inserite nei cataloghi. L’offerta si moltiplica anche grazie alle due top fiere in programma all’ombra dei grattacieli di Manhattan: Tefaf e Frieze, sulle quali gravitano una miriade di manifestazioni ed eventi satellite. Non potevamo esimerci dal raccogliere in un unico esauriente Speciale tutto quello che avverrà a breve nella Grande Mela. Una pratica e completa guida alle due settimane più calde del semestre con i top lot, il calendario completo di aste e fiere e i link ai cataloghi e ai siti ufficiali (insieme ai nostri approfondimenti) e tutte le mostre da non perdere, nei musei e nelle gallerie, da Manhattan a Beacon e Cold Spring.

INDICE:

  • GRANDI ASTE
  • FIERE
  • MOSTRE IN GALLERIA
  • MOSTRE NEI MUSEI DI MANHATTAN
  • FUORI MANHATTAN: LE MOSTRE NEI MAGGIORI MUSEI DI QUEENS, BRONX E BROOKLYN
  • FUORI DA NEW YORK CITY, A COLD SPRING E BEACON

 

GRANDI ASTE (11-25 maggio)

Parte Christie’s giovedì 11 con i capolavori della S.I. Newhouse Collection e l’arte del XX secolo. La 20th Century Evening Sale sarà guidata da “Nature morte à la fenêtre” di Pablo Picasso. La stima è su richiesta, ma si aggira intorno ai $ 40.000.000 (senza commissioni). Questo importante ritratto su larga scala del 1932 della musa d’oro dell’artista, Marie-Thérèse Walter, risale a uno dei momenti più celebri dell’intera carriera di Picasso. Sarà la prima volta che l’opera arriva all’asta.

Non solo Picasso però. Sempre l’11 maggio la Maison di Pinault ha in serbo un altro capolavoro: “Les Flamants”, una rara opera di Henri Rousseau stimata $ 20-30.000.000. Arriva in asta dalla proprietà di Payne Whitney Middleton, ereditiera e filantropa. È rimasto di proprietà della famiglia dal 1949. Il profumo di record è nell’aria ed è fortissimo.

L’asta della collezione Newhouse conta 16 dipinti moderni e post-war provenienti dalla raccolta di uno tra i collezionisti più influenti del XX secolo, proprietario di Condé Nast, editore di The New Yorker, Vogue, Vanity Fair e Architectural Digest. Tra le opere, presenti Pablo Picasso, Willem de Kooning, Francis Bacon, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Brice Marden e Lee Bontecou. Nel complesso la collezione dovrebbe raggiungere un realizzo di  144 milioni di dollari. Highlight per Oreste, uno dei più importanti dipinti in bianco e nero di Willem de Kooning mai apparsi all’asta. La stima? Oltre 25 milioni di dollari.

Nell’asta dedicata al XX secolo saranno incluse anche altre collezioni private. “The Alan and Dorothy Press Collection”  include una selezione di nove opere parte di una raccolta assemblata a partire dagli anni ’90 che si concentra su cinque artisti particolarmente cari alla coppia: Ed Ruscha, Philip Guston, Man Ray, Henri Matisse e Ken Price.  La collezione (che in parte passerà in asta anche per la Day Sale) dovrebbe superare i 50 milioni di dollari e sarà guidata da “Burning Standard” di Ed Ruscha realizzato nel 1968, uno dei soli cinque dipinti della serie degli Standard Station paintings, risalente agli anni ’60. Stima 20-30 milioni di dollari. Un’altra collezione privata è quella di Sophie F. Danforth con opere di Renoir, Degas, Daumier, Toulouse-Lautrec e Goya.

Procedendo in ordine cronologico, parliamo ancora di Christie’s. Avanti con la 21st Century Evening Sale del 15 maggio. Protagonista indiscusso di questo catalogo è il monumentale “El Gran Espectaculo (The Nile)” del 1983 di Jean-Michel Basquiat che è offerto a una stima di 45 milioni di dollari. È stato di proprietà del gallerista, collezionista ed editore Enrico Navarra e ora arriva all’asta dalla collezione dello stilista Valentino, dove è rimasto negli ultimi quindici anni. Chiudiamo le segnalazioni sulla “Art Week” di Christie’s con le aste della collezione Gerald Fineberg (o Jerry, come era noto ai suoi amici) di fotografia e arte moderna, postbellica e contemporanea che sarà esistita in due parti. Copre 100 anni di storia dell’arte ed esplora i più importanti movimenti del XX secolo. È guidata, pari stima, da Christopher WoolGerhard Richter. In totale, dovrebbe valere oltre 270 milioni di dollari.

Veniamo a Sotheby’s. Le aste sono in calendario tra il 16 e il 19 maggio. Spicca il catalogo, con cui la maison dà il via alle danze, della collezione di Mo Ostin, leggendario discografico e dirigente della Warner Bros che ha lavorato nel mondo della musica per 50 anni. È stimato oltre 120 milioni di dollari e sarà guidato da “L’impero delle luci” di René Magritte, quotato fino a 45 milioni di dollari. Le opere sono 33 e saranno esitate tra le Evening Sale e la Day Sale (in calendario per il 16 e il 19 maggio). I lavori, raramente esposti, riflettono l’esigente gusto personale di Ostin per la pittura e il disegno attraverso le generazioni. Oltre alla versione del ’51 de L’Empire des lumières, in asta anche “Le Domaine d’Arnheim” del maestro belga.  Il dipinto condivide il nome con quello di un racconto di Edgar Allen Poe, uno degli autori preferiti di Magritte.

Altra collezione privata distribuita in più vendite è quella di Maria Manetti Shrem e Jan Shrem. Appassionati collezionisti, imprenditori e visionari di grande successo, e non da ultimo, filantropi di prim’ordine che con il loro straordinario contributo hanno sostenuto un’ampia serie di cause, dalle belle arti alla musica, dall’istruzione alla ricerca medica. Tra le opere della racconta emergono un raro Pablo Picasso di grandi dimensioni del 1964 che raffigura Jacqueline con il nuovo gatto di casa, cinque tagli blu di Lucio Fontana realizzati nell’ultimo anno di vita dell’artista, insieme a opere di Oscar Dominguez, Odilon Redon, Bruce Nauman, Marc Quinn e Mimmo Paladino.

Guida la Evening Sale di arte moderna uno dei paesaggi più evocativi di Gustav Klimt, “Insel im Attersee”, stimato circa 45 milioni di dollari. Il dipinto è stato realizzato tra il 1901 e il 1902 durante le estati passate nelle campagna della regione del Salzkammergut con la compagna Emilie Flöge dipingendo en plein air paesaggi lussureggianti e acque iridescenti del lago Attersee. I paesaggi di Klimt sono oggi tra le opere più ricercate dell’artista. “Insel im Attersee” rimane l’unica in mani private, con dipinti simili sparsi nei più grandi musei del mondo, tra cui il Leopold Museum di Vienna. Opere simili sono state vendute a cifre stellari, come “Litzlberg Am Attersee” battuto sempre da Sotheby’s nel 2011 per 40.402.500 dollari. E solo l’anno scorso “Birch Forest”, del 1903, è stato venduto nell’asta di Christie’s della collezione Allen per 104,585,000 dollari. Il co-fondatore di Microsoft lo aveva acquistato nel 2006 per 40,3 milioni di dollari.

Farà capolino nell’asta di asta moderna che un Old Master. Sarà offerto a una stima di 20-30 milioni il capolavoro di Rubens “Ritratto di un uomo come il dio Marte” che proviene dalla collezione Fisch Davidson. Quando era stato venduto da Sotheby’s a New York nel 2000 a $ 8.252.500, aveva stabilito un prezzo record per un dipinto di Rubens. Successivamente ha trascorso molti anni in mostra al Metropolitan Museum of Art di New York. Ricordiamo gli ultimi tre top price in asta dell’artista: al primo posto The Massacre of the Innocents venduto per 77 milioni da Sotheby’s Londra nel 2002, al secondo Lot and his Daughters  aggiudicato a 52 milioni da Christie’s nel 2016. Terzo posto per Salomè con la testa di San Giovanni Battista  venduta a 27 milioni lo scorso gennaio.

Sempre nell’asta serale di “Arte Moderna” andranno all’incanto anche quattro opere recentemente restituite agli eredi di Ambroise Vollard, leggendario mercante d’arte del XX secolo e grande sostenitore degli artisti del suo tempo. Guida il piccolo ma prezioso gruppo di opere una natura morta di Paul Gauguin, stimata $ 10.000.000 – $ 15.000.000, che è rimasta appesa alle pareti del Musée d’Orsay di Parigi per quasi 40 anni. Ora, dopo una lunga battaglia legale, un tribunale francese ha stabilito che la proprietà di questa still-life e delle altre opere debba tornare ai discendenti di Vollard. I quattro lavori erano stati rubati durante la seconda guerra mondiale e venduti a musei tedeschi, commercianti o ufficiali nazisti.

Sempre in questa vendita spicca un dipinto di Vilhelm Hammershøi, rimasto appeso per oltre tre quarti di secolo proprio sulla parete della casa a Copenhagen che raffigura. Hammershøi dipinge lavori dall’atmosfera rarefatta, silenziosa, angosciante. L’appartamento protagonista del dipinto che andrà in asta da Sotheby’s nella Modern Evening Auction del 16 maggio fu occupato dall’artista e dalla moglie Ida dal 1898 al 1908. Qui Hammershøi dipinse quelli che sono considerati i suoi quadri d’interni più importanti. Passato all’asta nel 1944, “Interior. The Music Room, Strandgade 30” arriva sul mercato con una stima di 3 – 5 milioni di dollari. Se l’aggiudicazione dovesse avvicinarsi alla stima più alta, potrebbe arrivare in “zona record” (o almeno in “zona podio”). Il top price per l’artista è di 6.300.000 $ e appartiene a “Stue (Interior with an Oval Mirror)”, opera venduta da Christie’s nel 2022 nell’asta della collezione Bass (le prime sei aggiudicazioni in asta di Hammershøi superano i 3 milioni di dollari, in fondo all’articolo leggi la classifica).

Il top lot del catalogo della vendita “Now Evening” è per Yoshitomo Nara con “Haze Days” quotato 12- 18 milioni. L’asta riflette l’arte di oggi, offrendo opere all’avanguardia sul mercato di artisti affermati e recentemente canonizzati, tra i quali anche Jadé Fadojutimi e Kerry James Marshall.

Il 18 maggio è la volta della Contemporary. Emerge Spider” di Louise Bourgeois, stimato 30-40 milioni di dollari. Il grande ragno punta a infrangere due record: quello per l’artista e quello per l’opera più cara di un’artista donna venduta in asta. Anche se l’opera dovesse raggiungere solo la stima più bassa, diventerebbe comunque il nuovo record d’asta per la Bourgeois. Quello attuale è di 32 milioni di dollari, realizzato da un altro “Spider” del 1996 nel maggio 2019 da Christie’s. Il record per un’artista donna in asta è invece detenuto da Georgia O’Keeffe con  “Jimson Weed/White Flower No. 1” venduto da Sotheby’s nel 2014 per 44 milioni di dollari.

Tra gli altri artisti che spiccano in quest’asta segnaliamo Basquiat e Richter.  Il capolavoro di Basquiat “Now’s the Time” del 1985 è un omaggio alla musica Jazz e al musicista Charlie Parker. L’opera infatti ricrea la stampa in vinile dell’omonimo disco del 1945 della leggenda del jazz. L’improvvisazione, dopotutto, è stata fondamentale nell’opera di Basquiat. Ha una provenienza d’eccezione: è stato consegnato dall’editore Peter Brant. “Now’s the Time” è stato recentemente esposto alla mostra “Seeing Loud: Basquiat and Music” al Montreal Museum of Fine Arts e sarà offerto in asta a oltre 30 milioni di dollari. “4096 Farben” è l’ultimo e il più ambizioso dei dipinti “Color Chart” di Gerhard Richter, una serie che ha occupato l’artista per quasi un decennio. Risale al 1974 ed è apparsa sulla copertina del catalogo ragionato definitivo dell’opera di Richter. Il pittore tedesco, alcuni anni dopo, ha preso questo dipinto come ispirazione per un ambizioso incarico ricevuto per creare una vetrata per la cattedrale di Colonia, inaugurata nel 2007. Quella finestra, una monumentale realizzazione di “4096 Farben”, è una replica esatta del dipinto che sarà offerto da Sotheby’s a una stima di 18-25 milioni.

Può sembrare un po’ fuori contesto in questo elenco di opere di arte moderna e contemporanea la segnalazione dell’asta – a singolo lotto – del Codex Sassoon, in calendario per il 16 maggio. Si tratta di uno dei più antichi e completi testi biblici a comparire sul mercato. Lo abbiamo aggiunto in questa piccola guida perché ha una stima da capogiro: 30-50 milioni di dollari. E Sotheby’s ha deciso di fissarne la vendita proprio nella settimana delle Big Auction a New York. Inoltre, se dovesse essere venduto alla quotazione più alta, diventerebbe il documento storico più prezioso mai venduto all’asta.

Infine segnaliamo che nella vendita serale di Phillips spiccano due Soft-Sculptures di Yayoi Kusama dalla collezione di Agnes e Frits Becht. “Blue Spots” e “Red Stripes”  sono tra i primi esempi conosciuti delle famose forme tuberose della Kusama, che fuoriescono dalla cornice e utilizzano la sua iconica tavolozza di colori rossi e bianchi e i pois che hanno definito la carriera dell’artista. Stimano 2,5-3,5 milioni l’una.

Bomhams, infine, rimane fedele alla rigida separazione in due cataloghi rispettivamente dedicati all’Arte impressionista e moderna e all’Arte contemporanea e del dopoguerra, separazione ormai abbandonata da qualche anno dalle major. Le due aste sono in calendario per il 17 e il 18 maggio.

FIERE (11-21 maggio)

La competizione per il mercato dell’arte è fortissima a maggio a New York. Gli eventi in questo mese nella Big Apple sono foltissimi. Perché oltre alle principali aste primaverili sopracitate di Christie’s, Sotheby’s e Phillips non mancano anche diverse fiere. Le principali sono Tefaf e Frieze. Quest’ultima torna a The Shed dal 17 al 21 maggio e ospita circa 60 gallerie, tra cui 8 new entries. Forte il contingente di espositori con sede a New York che rappresentano il meglio del panorama artistico della città. Presenti i quattro big internazionali Gagosian, Hauser & Wirth, Pace e David Zwirner. L’ottava edizione di TEFAF New York si tiene al Park Avenue Armory dal 12 al 16 maggio. Qui tutte le opere più attese che si vedranno tra gli stand. Tra le altre fiere di questo bollente mese di maggio: Future Fair NY (Chelsea Industrial, 10-13 maggio), Independent, 1-54 Contemporary African Art Fair e Nada New York.

IL CALENDARIO COMPLETO – Link e date nell’elenco

 

11 MAGGIO


– Christie’s | 20th Century Evening Sale

PABLO PICASSO (1881-1973)
Nature morte à la fenêtre
dated ’18-1-XXXII’ (on a section of the original stretcher affixed to the backing board)
oil on canvas
51 x 63 7/8 in. (129.7 x 162.3 cm.)
Painted on 18 January 1932
Estimate on request

– Christie’s | Masterpieces from the S.I. Newhouse Collection

WILLEM DE KOONING (1904-1997)
Orestes
signed ‘de Kooning’ (lower right); signed again ‘de Kooning’ (on the reverse)
oil, enamel and paper collage on paper mounted on board
24 1/8 x 36 1/8 in. (61.3 x 91.8 cm.)
Executed in 1947
Estimate on request

– Independent New York | 11 – 14 maggio, Spring Studios

 

12 MAGGIO


– Christie’s | 
Post-War & Contemporary Art Day Sale

Tefat New York | apertura al pubblico dal 12 al 16 maggio, Park Avenue Armory

 

13 MAGGIO


– Christie’s |
 Impressionist and Modern Works on Paper Sale

– Christie’s | Impressionist and Modern Art Day Sale

 

15 MAGGIO

– Christie’s | 21st Century Evening Sale

JEAN-MICHEL BASQUIAT (1960-1988)
El Gran Espectaculo (The Nile)
titled ‘EL GRAN ESPECTACULO’ (upper center); signed, titled and dated ‘“THE NILE” 1983 Jean-Michel Basquiat’ (on the reverse)
acrylic and oilstick on canvas mounted on wooden supports, in three parts overall: 68 x 141 in. (172.7 x 358 cm.) Executed in 1983
Estimate on request

 

 16 MAGGIO

– Sotheby’s | The Mo Ostin Collection Evening Auction

René Magritte (1898 – 1967)
L’Empire des lumières
signed (lower right); titled “L’Empire des lumières,” numbered III and dated 1951 (on the reverse)
oil on canvas 31 ⅝ by 25 ⅞ in. 80.3 by 65.7 cm.
Executed in August-September 1951.
Estimate 35,000,000 – 55,000,000 USD

– Sotheby’s | Modern Evening Auction

Gustav Klimt (1862 – 1918)
Insel im Attersee (Island in the Attersee)
signed Gustav Klimt (on the stretcher) oil on canvas 39 ½ by 39 ½ in. 100.5 by 100.5 cm.
Executed circa 1901–02.
Estimate Upon Request

– Phillips |  20th Century & Contemporary Art Day Sale, Morning Session

– Phillips |  20th Century & Contemporary Art Day Sale, Afternoon Session

 

17 MAGGIO

– Christie’s | A Century of Art: The Gerald Fineberg Collection Part I

CHRISTOPHER WOOL (b. 1955)
Untitled
signed, titled, inscribed and dated ‘WOOL 1993 UNTITLED (P185)’ (on the reverse)
enamel on aluminum
78 x 60 in. (198 x 152.4 cm.)
Executed in 1993.
Estimate USD 15,000,000 – USD 20,000,000
GERHARD RICHTER (b. 1932)
Badende
signed and dated ‘Richter 67’ (on the reverse)
oil on canvas
63 x 78 1/2 in. (160 x 200 cm.)
Painted in 1967.
Estimate USD 15,000,000 – USD 20,000,000

– Phillips |  20th Century & Contemporary Art Day Sale, Evening Sale

Yayoi Kusama with Red Stripes and Blue Spots, 1965; Credit Marianne Dommisse 0-INSTITUTE, Artwork © YAYOI KUSAMA

– Sotheby’s | Modern Day Auction

– Bonhams | Impressionist & Modern Art

Frieze New York | apertura al pubblico dal 17 al 21 maggio 

– VOLTA NEW YORK | 17 – 21 maggio 2023, Metropolitan Pavilion, Chelsea district

 

18 MAGGIO

– Christie’s | A Century of Art: The Gerald Fineberg Collection Part II

– Sotheby’s | The Now Evening Auction

Yoshitomo Nara (b. 1959)
Haze Days
signed, titled and dated ’98 (on the reverse)
acrylic on canvas
71 by 64 ¾ in.
180.3 by 164.5 cm.
Executed in 1998.
Estimate 12,000,000 – 18,000,000 USD

– Sotheby’s |  Contemporary Evening Auction

Property from the Fundação Itaú, Sold to Benefit the Foundation
Louise Bourgeois (1911 – 2010)
Spider
stamped with artist’s initials, foundry insignia, cast date 96 and number 1/6
bronze
133 by 263 by 249 in.
337.8 by 668 by 632.5 cm.
Conceived and cast in 1996, this work is number 1 from an edition of 6 plus 1 artist’s proof (in steel).
Estimate 30,000,000 – 40,000,000 USD
Jean-Michel Basquiat (1960 – 1988)
Now’s the Time
acrylic and oilstick on wood
92 ¼ by 93 ¼ in.
234.3 by 236.9 cm.
Executed in 1985.
Estimate Upon Request

– Bonhams | Post-War & Contemporary Art

– 1:54 Contemporary African Art Fair NY | 18 – 21 maggio, West Harlem

– NADA New York | 18–21 maggio, 548 West

– FOCUS Art Fair | 18-21 maggio, Chelsea Industrial

 

19 MAGGIO


Sotheby’s |
Contemporary Day Auction

Wayne Thiebaud (1920 – 2021)
Bow Tie Treesigned and dated 1969 (lower center); signed, titled and dated 1969 (on the reverse)
oil on canvas20 by 16⅛ in. by 41 cm.
Executed in 1969.
Estimate Upon Request

MOSTRE IN GALLERIA

Nelle sedi delle gallerie di respiro internazionale mostre di livello museale, presentazioni di opere inedite e nuovi nomi di artisti, in un mix che continua a far pulsare a ritmo incalzante la scena dell’arte contemporanea newyokese.

Ecco la nostra selezione.

Paula Cooper Gallery si prepara a incantare i visitatori con la grande antologica “Luciano Fabro” (6 maggio – 24 giugno, 521 & 534 West 21st Street), che occuperà entrambe le sedi della galleria in città. Sarà la prima mostra dedicata all’artista da quando la galleria ha annunciato la sua rappresentanza in collaborazione con l’Archivio Luciano e Carla Fabro (Milano) nel 2021, nonché la prima mostra dell’artista negli Stati Uniti in otto anni.

«Le opere della serie Computer di Fabro (1988-1996) – ha anticipato la galleria – occuperanno la grande galleria al 534 West 21st street. Il percorso espositivo includerà anche sculture della celebre serie Piedi (1968-2000), esposte accanto alla delicata e poco appariscente installazione a parete Penelope (1972), un’accoppiata che fu esposta per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1972. L’opera principale di Fabro, L’Infinito (1989), occuperà la galleria al 521 West 21st Street. Un cavo d’acciaio industriale è posizionato direttamente sul pavimento e attorcigliato a formare il simbolo matematico dell’infinito, e i suoi archi e l’asse centrale sono sostenuti da otto pezzi di marmo Calacatta. Le cinquantaquattro piastrelle di ceramica che compongono Ceramiche (1981), inoltre, saranno appese alle pareti circostanti. È la prima volta che L’Infinito e Ceramiche vengono esposti insieme dopo la mostra personale dell’artista al Centre Pompidou di Parigi nel 1996».

Scelta quasi opposta per PACE gallery, che il 12 maggio inaugurerà cinque nuove mostre (tutte visitabili fino al primo luglio). “Trevor Paglen” segnerà la prima personale dell’artista in galleria. Attraverso fotografie, sculture, video e altre opere, le opere in mostra rifletteranno sugli effetti duraturi delle operazioni di influenza militare e della CIA sulla cultura americana.

Matthew Day Jackson. Against Nature(510 West 25th Street) sarà incentrata su pittura e scultura, segnerà il debutto dell’artista in galleria e la sua prima mostra a New York dopo dieci anni. Ci sarà anche Grada Kilomba, 18 Verses” (540 West 25th Street), organizzata in collaborazione con la Goodman Gallery,  prima mostra dell’artista con Pace. La pratica artistica di Kilomba, è incentrata sulla narrazione decoloniale e il percorso espositivo sarà costituito dalla sua installazione scultorea 18 Verses, mai esposta prima negli Stati Uniti. Ad inaugurare anche “Nigel Cooke. How the World Became Natural” (540 West 25th Street), con tele nuove dell’artista, noto per i suoi dipinti evocativi e atmosferici che uniscono forme figurative ed elementi astratti in composizioni stratificate. Maysha Mohamedi, alla sua prima personale a New York con  “Gamebreaker“, presenterà alcuni dei suoi lavori legati al suo singolare approccio al Color Field Painting.

Marian Goodman Gallery presenta due nuove mostre. La prima (12 maggio – 24 giugno) è nuova serie di dipinti di Gabriel Orozco realizzati nel 2023 e «basati sulle idee sviluppate nella serie Diario de Plantas (2021-2022), in cui le impronte delle venature intricate delle foglie sono accentuate dai disegni di linee di anse che ricordano la forma geometrica del nastro di Möbius. Queste forme e impronte intrecciate generano una dinamica di continuo movimento e crescita. Nei dipinti di grande formato, Orozco sovrappone il disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci (1490 circa) a diagrammi di varie piante e animali. Orozco fonde queste immagini in una sola, incrociando rappresentazioni di proporzioni umane idealistiche con studi anatomici di animali e piante, cultura e natura, equilibrio organico e geometrico, simmetria bilaterale», ha spiegato la galleria.

La seconda mostra è la personale di Robin Coste LewisIntimacy” (6 maggio – 24 giugno).

Luciano Fabro, L’infinito, 1989, acciaio e marmo. Courtesy Paula Copper Gallery

David Zwirner punta su tre nomi di assoluta rilevanza: Yayoi Kusama, Luc Tuymans e Sherrie Levine. Nella sede sulla 69ma strada presenterà la personale di “Sherrie Levine. Wood” (27 aprile – 21 luglio 2023, 34 East 69th Street) con una serie inedita di dipinti su tavola e una nuova installazione di sculture di objet trouvé.

Nella sede sulla ventesima strada, invece, ci sarà “Luc Tuymans: The Barn” (11 maggio – 21 luglio 2023, 537 West 20th Street). «“The Barn” – ha spiegato la galleria – è concepita dall’artista come la terza di una trilogia di mostre del suo lavoro presso David Zwirner – dopo “Good Luck,” presentata a David Zwirner Hong Kong nel 2020, ed “Eternity”, tenutasi a David Zwirner Parigi nel 2022 – e presenta un gruppo di nuovi dipinti di grandi dimensioni dell’artista che insieme trasmettono un’atmosfera pervasiva di dissoluzione».

La sede sulla 19ma strada ospiterà la grande personale di Yayoi KusamaI Spend Each Day Embracing Flowers“, (11 maggio – 21 luglio, 519, 525 & 533 West 19th Street) con nuovi dipinti e nuove sculture che elaborano i suoi motivi caratteristici di zucche e fiori e una nuova Infinity Mirror Room. La mostra segnerà i dieci anni dalla prima personale di Kusama con David Zwirner nel 2013 e sarà una delle sue più grandi mostre in galleria fino ad oggi.

Nello spazio 52 Walker la galleria presenta, inoltre, “So let us all be citizens” (fino all’8 luglio), con una serie di dipinti di Bob Thompson (1937-1966), che «mettono in luce lo stile influenzato dal jazz dell’artista e il modo in cui ha utilizzato questo metodo per coinvolgere un nuovo pubblico nella storia della pittura».

L’intero edificio della sede di Hauser & Wirth sulla 22ma strada è occupato dalla personale dedicata alla pittura di Mark Bradford  “You Don’t Have to Tell Me Twice” (fino al 28 luglio), la prima mostra dell’artista a New York dal 2015.

Nella sede sulla 69ma strada sarà inaugurata la prima mostra antologia dedicata Cathy Josefowitz (1956 – 2014) in galleria: “Forever Young” (11 maggio – 22 luglio), che farà rivivere le abilità artistiche e la visione di Josefowitz attraverso una meticolosa selezione di opere, tra cui alcune esposte pubblicamente per la prima volta, estrapolate dall’intera carriera dell’artista.

Da Gagosian sono ancora in corso “Chris Burden. Cross Communication” (fino al 24 giugno, Park & 75, 821 Park Avenue), una percorso espositivo di cimeli, film e opere video di Chris Burden, oltre ad altri materiali che documentano le sue prime performance, e the ömen: Albert Oehlen paintings and Paul McCarthy sculptures” (fino al 20 maggio, 555 West 24th Street), una mostra di dipinti recenti di Albert Oehlen accostati a opere scultoree di grandi dimensioni di Paul McCarthy.

Per l’art week la galleria aprirà due nuove mostre: una dedicata alla pittura “Harold Ancart. Paintings”, artista new entry in galleria (3 maggio – 16 giugno, 541 West 24th Street, New York) e una dedicata alla fotografia conAvedon 100” (4 maggio – 24 giugno, 522 West 21st Street): per celebrare il centenario della nascita di Richard Avedon a quasi 150 celebri artisti, designer, musicisti, scrittori, curatori e persone del mondo della moda è stato chiesto di scegliere una fotografia di Avedon e di raccontare in che modo l’immagine e l’artista hanno avuto un impatto su di loro, le opere selezionate sono ora in mostra.

Nella sede di Chelsea Luhring Augustine propone una mostra curata dal regista Joel Coen: “Lee Friedlander Framed by Joel Coen(13 maggio – 24 giugno), con circa 45 fotografie di Friedlander che coprono l’arco dei suoi oltre 60 anni di carriera, tra cui molte immagini poco note. La selezione di Coen si concentra sull’approccio singolare di Friedlander alla composizione ed evidenzia un’inaspettata affinità tra i due artisti, il cui lavoro esplora  il potere subdolo delle immagini.

Nella sede di Tribeca sarà aperta “Mark Handforth” (6 maggio – 28 luglio) la prima personale dell’artista in galleria, con un serie di sculture nuove, che comprende anche la sua nuova scultura pubblica, Franklin Street Four, che sarà installata dalla parte opposta della strada rispetto all’ingresso della galleria fino a novembre 2023.

Matthew Marks Gallery offrirà ai visitatori tre nuove mostre (tutte dal 5 maggio al 17 giugno). “Joan Brown. Facts & Fantasies” (522 West 22nd Street) sarà la prima personale di Joan Brown presso la galleria, si concentrerà sullo stile maturo dell’artista attraverso dipinti, sculture e disegni realizzati tra il 1971 e il 1986. Nel percorso espositivo ci saranno varie opere incluse nell’acclamata retrospettiva al San Francisco Museum of Modern Art dello scorso autunno. La galleria proporrà anche una mostra con nuovi lavori di Trisha Donnelly (523 West 24th Street) e la prima mostra di Katharina Fritsch (526 West 22nd Street) a New York dopo sei anni, con un gruppo di sculture recenti di piccole dimensioni.

David Nolan Gallery inaugurerà la mostra “Public Opinion” (5 maggio – 23 giugno), che presenterà l’approccio peculiare dell’artista Chakaia Booker all’astrazione, sviluppato negli ultimi quarant’anni. Booker, un punto fermo della scena artistica dell’East Village di New York sin dai primi anni Ottanta, è nota soprattutto per l’uso pionieristico di pneumatici di gomma riciclati come materia prima per realizzare sculture astratte, spesso su scala monumentale.

Nella sua sede newyorkese kurimanzutto (520 West 20th Street) presenta il secondo progetto personale di Abraham Cruzvillegas con la galleria: “little song” (fino al 16 giugno). «La mostra riunisce un nuovo corpus di lavori scultorei creati quest’anno, appositamente per il nuovo spazio della galleria kurimanzutto a Chelsea. La precedente mostra dell’artista, “Autocontusión”, si è tenuta nel 2018 presso il project space temporaneo della galleria nell’Upper East Side. Le nuove opere integrano la firma di Cruzvillegas con il rosa e il verde, un motivo utilizzato dall’artista dal 2003. Si riferiscono ai colori tradizionali della scuola di samba dell’artista brasiliano Helio Oiticica, che Abraham ha incontrato nella favela Mangueira di Rio de Janeiro, durante un pellegrinaggio sui passi di Oiticica».
Il 16 maggio la mostra sarà attivata da una speciale performance nello spazio della galleria in cui l’artista leggerà una selezione dei suoi testi.

Un lavoro di Gabriel Orozco, 2023. Courtesy Marian Goodman Gallery

303 Gallery ha da poco aperto due nuove mostre di Eva Rothschild e Tim Gardner. “Arms Folded and Unfolded” (fino al 25 maggio), presenta nuove sculture di Eva Rothschild in cui l’artista amplia anche il suo impegno con la forma episodica, fondamentale per il suo approccio aperto e dinamico alla scultura. Questi nuovi lavori si allontanano dal vocabolario geometrico delle opere precedenti e si orientano verso un’espressione più sciolta e intima della forma. “Project Room: Tim Gardner” (fino al 25 maggio) propone nuovi dipinti in cui l’artista si allontana dall’esplorazione del paesaggio come sfondo dell’attività umana e ritrae invece scene prive di presenza umana.

Sperone Westwater con “Alexis Rockman. Melancolia” (11 maggio – 28 lugli) presenterà i nuovi dipinti dedicati ai ghiacciai dell’artista americano, alla sua quinta personale in galleria. Questa mostra riflette sui cambiamenti climatici e offre una visione dal taglio preveggente e a tratti apocalittica dello stato ecologico del pianeta.

Da Sean Kelly è in corso la personale di Kehinde Wiley “Havana” (fino al 17 giugno), con nuovi dipinti, opere su carta e un film a tre canali, basati sull’attenzione dell’artista per l’evoluzione della cultura nera a livello globale. Ispirato da due visite di Wiley a Cuba, questo nuovo lavoro esplora il fenomeno del carnevalesco nella cultura occidentale.

Jack Shainman Gallery presenta “Myself When I Am Real” (fino al 26 maggio), una mostra dedicata al lavoro fotografico di Barkley L. Hendricks, che comprende stampe d’epoca e opere prodotte dall’archivio dell’artista, catalogate dopo la sua scomparsa, la maggior parte delle quali mai esposte.

Miles McEnery Gallery presenta quattro mostre personali (tutte fino al 3 giugno). “You Are Here?” è la prima mostra personale di Lisa Corinne Davis (525 West 22nd Street) con la galleria. Il titolo «utilizza il linguaggio per aprire la strada all’intero corpus di opere. […] I dipinti di Davis, di grandi dimensioni e realizzati con precisione a olio, accentuano ulteriormente questa nozione di disorientamento. Piani intersecanti ricoprono le tele, popolate da griglie cartografiche, linee deformate e onde amebiche».
In galleria è visitabile anche la personale di Inka Essenhigh (511 West 22nd Street), i cui «paesaggi eterei partono da un senso di luogo, sia immaginario che reale. L’artista compone i suoi dipinti in modo intuitivo, dipingendo ciò che immagina nella sua mente. Spesso saltando i disegni preparatori, inizia a tradurre le sue visualizzazioni direttamente sulla tela con la pittura a smalto. Permettendole di costruire il colore e di rendere precisi i dettagli, l’uso dello smalto si traduce in composizioni che si stendono sulla superficie emanando al contempo una lucentezza brillante».
“Something For The Pain” di Beverly Fishman (515 West 22nd Street), che «fin dall’inizio di una carriera di quattro decenni, ha incentrato il suo lavoro sul corpo, indagando in modo astratto sulla malattia, l’identità e la medicina. Dal 1999, la sua opera si è orientata verso quest’ultima, approfondendo le promesse dei farmaci come mezzo di cura. Fishman posiziona i dipinti scultorei di “Something For The Pain” all’interno del concetto di polypharmacy, ovvero la prescrizione di più farmaci a un individuo».
Negli spazi della galleria è esposta anche una serie di nuovi dipinti monumentali di Antigone 3000, una serie in continua evoluzione di Alexandra Grant (520 West 21st Street). «Iniziata nel 2014, la serie di dipinti è ispira alla tragedia ateniese classica di Sofocle, in particolare alla frase di Antigone: “Sono nata per amare, non per odiare”», citazione che si intreccia in tutta l’opera dell’artista, grazie alla lente del prolifico uso dell’elemento testuale da parte di Grant, che qui riflette sull’innata dignità degli esseri umani.

Eva Rothschild, Arms Folded and Unfolded, exhibition view, 2023, 303 Gallery, New York. Courtesy 303 gallery

MOSTRE NEI MUSEI DI MANHATTAN

Se New York è una delle capitali mondiali dell’arte lo deve in gran parte anche ai sui musei. Qui i nostri suggerimenti per orientarsi tra le loro mostre, da Manhattan al Queens, da Brooklyn al Bronx, fino a Beacon.

Il museo per antonomasia, il Metropolitan Museum, nella storica sede sulla quinta strada, tra i numerosi percorsi espositivi temporanei, ne presenta tre dedicati al contemporaneo. Tra tutti spicca l’antologica di Cecily BrownDeath and the Maid” (fino al 3 dicembre 2023): «prima vera e propria rassegna museale del lavoro della Brown a New York da quando negli anni ’90 l’artista ha fatto di questa città la sua casa, questa mostra riunisce circa cinquanta dipinti, disegni, quaderni di schizzi e monotipi provenienti da tutta la sua carriera per esplorare i temi intrecciati della natura morta, del memento mori, del rispecchiamento e della vanitas – raffigurazioni simboliche della vanità umana o della brevità della vita – che hanno animato la sua pratica dinamica e d’impatto per decenni».

Grandissima attesa per “Van Gogh’s Cypresses” che il museo aprirà al pubblico da 22 maggio al 27 agosto), sarà «la prima mostra che si concentra sugli alberi – tra i più famosi della storia dell’arte – immortalati nelle immagini simbolo di Vincent van Gogh (1853-1890). Immagini iconiche come Campo di grano con cipressi e La notte stellata – ha anticipato il museo – sono al centro di una presentazione che offre una prospettiva inedita su un motivo che è praticamente sinonimo della forza espressiva estremamente originale dell’artista olandese. Una quarantina di opere illustrano la portata del suo fascino per i caratteristici sempreverdi flamellati della regione, che hanno successivamente acceso, alimentato e alimentato la sua immaginazione nel corso di due anni di permanenza nel Sud della Francia: dal primo avvistamento degli alberi “alti e scuri” ad Arles alla realizzazione del loro pieno potenziale evocativo (“come li vedo”) nel manicomio di Saint-Rémy.
Accostando dipinti fondamentali a preziosi disegni e lettere illustrate – molti dei quali raramente, se non mai, prestati o esposti insieme – questa mostra tematica ben congegnata offre la straordinaria opportunità di apprezzare nuovamente alcune delle opere più celebri di Van Gogh in un contesto che rivela per la prima volta la storia della loro invenzione».

Sempre nel museo, per la nota Roof Garden Commission, sul tetto della sede sulla quinta strada, è stata inaugurata a metà aprile (visitabile fino al 22 ottobre 2023) l’installazione site specific dell’artista americana Lauren Halsey: «una struttura architettonica in scala reale impregnata dell’energia e dell’immaginazione collettiva della comunità di South Central Los Angeles, dove è nata e continua a lavorare. Intitolata “the eastside of south central los angeles hieroglyph prototype architecture” (I), l’installazione è concepita per essere abitata dai visitatori del Met, che potranno esplorarne le connessioni con fonti diverse come l’antico simbolismo egizio, l’architettura utopica degli anni Sessanta e le espressioni visive contemporanee come il tagging, che riflettono i modi in cui le persone aspirano a fare propri i luoghi pubblici».

Ultime settimane (fino al 30 maggio), invece, per (ri)vedere – anche passando per strada – Gilt, «terza di una serie di commissioni per la facciata storica del Met. Prendendo in prestito il formato dei trofei, emblemi di competizione e vittoria, Hew Locke ha creato quattro sculture che riflettono sull’esercizio e la rappresentazione del potere. Queste opere presentano dettagli ispirati agli oggetti della collezione del Met, molti dei quali resi sconosciuti attraverso l’appropriazione, la frammentazione e la ricombinazione».

Anche il Whitney Museum si presenta con più eventi espositivi in corso, tra cui “Memory Map” (fino al 13 agosto), la prima retrospettiva newyorkese di Jaune Quick-to-See Smith (nato nel 1940, cittadino della Confederated Salish and Kootenai Nation): «un’analisi tardiva ma tempestiva del lavoro di un artista innovativo – ha dichiarato il museo -. Il percorso espositivo riunisce quasi cinque decenni di disegni, stampe, dipinti e sculture di Smith nella mostra più ampia e completa della sua carriera fino ad oggi».

Nelle sale del museo progettato da Renzo Piano c’è poi “Project for a New American Century” (fino al 13 agosto), la prima mostra museale negli Stati Uniti di Josh Kline (1979, Philadelphia), «uno dei principali artisti della sua generazione. È noto per la creazione di installazioni immersive che utilizzano video, scultura, fotografia e design per interrogarsi su come le tecnologie emergenti stiano cambiando la vita umana nel XXI secolo».

Chryssa & New York, installation view, Cia Chelsea, New York, 2023. Credit Estate Chryssa, National Museum of Contemporary Art, Athens (EMST). Photo: Don Stahl

DIA Chelsea accoglie il pubblico dell’art week con “Chryssa & New York” (fino al 23 luglio): «co-organizzata dalla Dia Art Foundation e dalla Menil Collection, è la prima rassegna completa di opere dell’artista di origine greca Chryssa (1933-2013) in Nord America dal 1982. Figura di spicco del mondo dell’arte newyorkese degli anni Cinquanta e Sessanta, Chryssa ha sviluppato un approccio innovativo all’attivazione di superfici scultoree attraverso sottili manipolazioni di luce e ombra. Con un uso innovativo di segnaletica, testi e neon, il suo lavoro, ampiamente sottovalutato, costituisce un ponte tra le idee Pop, Concettuali e Minimaliste di fare arte. Questa mostra si concentra sulle opere di questi decenni fino ai primi anni Settanta, mettendo insieme le profonde preoccupazioni formali di Chryssa e l’interesse critico nell’esplorare gli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale».

Al MoMA, nella sempre ricca proposta di progetti espositivi, è imperdibile “A Centennial Celebration” (fino all’11 giugno), che celebra il centenario della nascita di Ellsworth Kelly. «Oltre ai dipinti Spectrum IV (1967) e Chatham VI (1971), questa mostra offre la rara possibilità di vedere Sculpture for a Large Wall, che Kelly realizzò per l’atrio del Transportation Building di Philadelphia nel 1957. Si tratta di 104 pannelli quadrilateri in alluminio sospesi tra doppie file di aste orizzontali, che permettono di posizionare ciascun pannello in posizione verticale o inclinata. L’opera è stata creata quasi un decennio dopo l’inizio della carriera di Kelly, quando l’artista aveva iniziato a sognare di realizzare opere che funzionassero all’intersezione tra arte e architettura. La celebrazione del centenario di Kelly da parte del MoMA proseguono nella Galleria 416, con “Ellsworth Kelly’s Sketchbooks“, che mette in evidenza la processualità dell’artista sulla carta».

Tra le mostre anche “The Encounter: Barbara Chase-Riboud/Alberto Giacometti” (5 maggio – 9 ottobre 2023), che «esplora il terreno comune tra due scultori che hanno guardato al passato per reimmaginare l’arte del loro tempo», e “To see takes time“, un’antologica dedicata alla ricerca di Giorgia O’Keeffe (fino al 12 agosto).

Una visita al museo è anche occasione per vedere “Unsupervised” di Refik Anadol, di cui si è molto parlato, in cui l’artista, classe 1985, «utilizza l’intelligenza artificiale per interpretare e trasformare più di 200 anni di arte al MoMA. Conosciuto per le sue innovative opere multimediali e installazioni pubbliche, Anadol ha creato opere d’arte digitali che si sviluppano in tempo reale, generando continuamente forme nuove e ultraterrene che avvolgono gli spettatori in un’installazione su larga scala. “Unsupervised” è una meditazione sulla tecnologia, la creatività e l’arte moderna».

Installation view of the exhibition “Ellsworth Kelly: A Centennial Celebration”, MoMA, New York, 2023. Photo: Emile Askey. Courtesy MoMA

Al New Museum è in corso “Wangechi Mutu: Intertwined” (fino a 4 giugno 2023), grande mostra personale di Wangechi Mutu (nata nel 1972 a Nairobi), che «riunisce oltre cento opere provenienti da venticinque anni di carriera. Rappresentando l’intera gamma della sua pratica, la presentazione comprenderà pittura, collage, disegno, scultura, film e performance. Mutu si è fatta apprezzare per la sua pratica basata sul collage che esplora il camuffamento, la trasformazione e la mutazione. L’artista estende queste strategie al suo lavoro attraverso vari media, sviluppando forme ibride e fantastiche che fondono narrazioni mitiche e folcloristiche con riferimenti socio-storici stratificati».

Tra le mostre al Guggenheim c’è “Sarah Sze: Timelapse” (fino al 10 settembre), per cui l’artista «ha realizzato una serie di installazioni site-specific che intrecciano un percorso di scoperta attraverso molteplici spazi dell’iconico edificio Frank Lloyd Wright del Guggenheim. All’esterno, la mostra si riversa nella sfera pubblica oltre le mura del museo. Un fiume fluente di immagini traccia l’esterno dell’edificio, riecheggiando il movimento del traffico e dei passanti a livello della strada, mentre una proiezione in diretta della luna sulla facciata curva della rotonda rispecchierà il suo ciclo nel corso della mostra. Nella rivisitazione di Sze, l’iconica architettura patrimonio mondiale dell’UNESCO diventa un cronometrista pubblico che ricorda che le linee del tempo si costruiscono attraverso l’esperienza e la memoria collettiva».

Sara Sze, Timelapse, exhibition view, 2023. Solomon R. Guggenheim Museum, New York. Courtesy Solomon R. Guggenheim Foundation

Tra le proposte del museo “Gego: Measuring Infinity” (fino al 10 settembre) è, invece, «la prima grande retrospettiva museale dell’opera di Gego presentata negli Stati Uniti dal 2005 e offre una visione completamente integrata dell’influente artista tedesco-venezuelana e del suo approccio distintivo al linguaggio dell’astrazione. Attraverso le cinque rampe della rotonda del Museo Solomon R. Guggenheim, la rassegna cronologica e tematica presenta quasi 200 opere dai primi anni Cinquanta ai primi anni Novanta, tra cui sculture, disegni, stampe, tessuti e libri d’artista, oltre a immagini fotografiche di installazioni e opere pubbliche, schizzi, pubblicazioni e lettere».

Al CIMA Center for Italian Modern Art è in corso la mostra “From Depero to Rotella: Italian Commercail Posters between Advertising and Art” (fino al 10 giugno), che «esamina l’influenza reciproca tra arte d’avanguardia e manifesti commerciali in Italia, con particolare attenzione agli anni tra le due guerre e al primo dopoguerra, durante il boom economico del Paese». La mostra comprenderà circa 30 manifesti provenienti da importanti istituzioni e collezioni aziendali italiane, oltre che da alcune selezionate collezioni private statunitensi. Nel percorso espositivo lavori di, tra gli altri, Fortunato Depero, Lucio Fontana, Bruno Munari, Mario Sironi.

Dall’8 maggio sulla High Line campeggia la scenografica Old Tree, l’attesissima scultura di Pamela Rosenkranz, che rimarrà visibile sull’incrocio tra la 10th Avenue e la 30th Street fino all’autunno 2024. L’opera, ha dichiarato l’artista, «prende vita sulla High Line, tra il fogliame del parco e l’architettura circostante. Sono curiosa di vedere come i visitatori attiveranno ulteriormente la scultura». Scelta nel 2020 tra 80 progetti, questa scultura in materiali artificiali alta quasi 8 metri, «è una vibrante scultura rosa e rossa che anima una miriade di archetipi storici dell’albero della vita che collega cielo e terra. Con i suoi colori e la sua forma sorprendenti, la scultura ricorda i sistemi ramificati di organi, vasi sanguigni e tessuti del corpo umano, invitando gli spettatori a considerare l’indivisibile connessione tra la vita umana e quella vegetale», ha spiegato l’ente.

Pamela Rosenkranz, Old Tree, 2023 @HighLineArtNYC @pamelaememrosenkranz

FUORI MANHATTAN: LE MOSTRE NEI MAGGIORI MUSEI DI QUEENS, BRONX E BROOKLYN

Il MoMA PS1, nel quartier di Long Island City, nel Queens,  presenta la personale di Daniel Lind-Ramos El Viejo Griot — Una historia de todos nosotros (The Elder Storyteller—A Story of All of Us)” (fino al 4 settembre): «prendendo in prestito il titolo da un personaggio delle annuali Fiestas de Santiago Apóstol di Loíza, responsabile dell’interpretazione del passato e del presente della città, la mostra considera il ruolo di Lind-Ramos come artista e narratore. Combinando materiali da lui raccolti dopo l’uragano con oggetti donatigli da amici e vicini, molte delle opere di Lind-Ramos incarnano le caratteristiche dell’uragano – come il vento e i fulmini – e allo stesso tempo fanno riferimento al modo in cui le comunità di Porto Rico si sono unite nel periodo successivo. All’interno della mitologia che presenta nella mostra, Lind-Ramos mette in primo piano le comunità impegnate nella sopravvivenza e nel sostentamento delle tradizioni e del popolo afro-taíno nell’arcipelago portoricano».

Nelle sale del museo anche la personale di Iiu SusirajaA style called a dead fish” (fino al 4 settembre): «negli ultimi 15 anni, l’artista si è fotografata in ambienti domestici, il più delle volte nella sua casa di Turku, in Finlandia. Il museo presenta la sua prima personale museale negli Stati Uniti, riunendo una selezione mirata di fotografie e video che evidenziano la traiettoria della sua pratica dal 2007. Simultaneamente seducenti, abietti, stilizzati e vulnerabili, i lavori di Susiraja si basano su performance sfacciate, ma private, per la macchina fotografica».

Sempre nel Queens il Museum of the Moving Image presenta “Cinema of Sensations: The Never-Ending Screen of Val del Omar” (fino al 10 ottobre), mostra dedicata all’opera di José Val del Omar (1904-1982), artista, regista e inventore spagnolo visionario, grande sperimentatore del cinema come esperienza multisensoriale. Presentata in collaborazione con l’Archivio Val del Omar, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e la Max Estrella Gallery, Cinema of Sensations porta per la prima volta al pubblico statunitense le installazioni cinematografiche immersive di Val del Omar, con il suo centro nella monumentale opera Trittico elementare della Spagna (1953-95).

Abigail DeVille, Bronx Heavens, installation view. Courtesy The Bronx Museum

Al Bronx Museum la personale di Abigail DeVilleBronx Heavens” (fino al 18 giugno) è «una costellazione di sculture e installazioni dell’artista che utilizza materiali e oggetti trovati per riportare alla luce storie ancestrali dimenticate, sia reali che immaginarie. Nata nel 1981, Abigail DeVille, newyorkese, ha un profondo rapporto personale con la città e un interesse consolidato per le storie emarginate delle comunità di colore al suo interno. In Bronx Heavens, l’artista tiene in particolare considerazione il modo in cui il Bronx è stato un rifugio per le comunità di immigrati e migranti negli ultimi 120 anni (comprese quattro generazioni di suoi antenati), suscitando domande e idee complesse su libertà, razzismo e oppressione».

Al Brooklyn Museum è in corso la mostra “A Movement in Every Direction: Legacies of the Great Migration” (fino al 25 giugno). «Tra il 1915 e il 1970, sulla scia del terrore razziale del periodo successivo alla Ricostruzione, milioni di neri americani fuggirono dalle loro case per trasferirsi in altre aree del Sud e in altre parti del Paese. Questo straordinario movimento di persone, noto come Grande migrazione, ha provocato un cambiamento radicale nella composizione demografica, economica e sociopolitica degli Stati Uniti. Un movimento in ogni direzione: “Legacies of the Great Migration” riunisce dodici artisti contemporanei che considerano il complesso impatto di questo periodo sulle loro vite, oltre che sulla vita sociale e culturale, con opere di nuova commissione che spaziano da installazioni di grandi dimensioni, film immersivi e arazzi a fotografia, pittura e tecniche miste. Gli artisti presenti sono Akea Brionne, Mark Bradford, Zoë Charlton, Larry W. Cook, Torkwase Dyson, Theaster Gates Jr., Allison Janae Hamilton, Leslie Hewitt, Steffani Jemison, Robert Pruitt, Jamea Richmond-Edwards e Carrie Mae Weems».

Al museo sono in corso anche le personali di Mary Enoch Elizabeth BaxterAin’t I a Woman” (fino al13 agosto) e di Oscar yi Hou “East of sun, west of moon” (fino al 17 settembre)

Torkwase Dyson, Way Overeaten ThereInside Me (A Festival of Inches), 2022. Courtesy of the artists and Pace Gallery. Installation view. Brooklyn Museum. Photo Jonathan Dorado. Courtesy

FUORI DA NEW YORK CITY, A COLD SPRING E BEACON

Uscendo dalla città e risalendo lungo la traiettoria dell’Hudson si incontrano due grandi istituzioni votata al contemporaneo: Magazzino Italian Art, a Cold Spring, e poco più a nord, DIA Foundation, a Beacon.

A Magazzino Italian Art è fresco d’apertura il Germano Celant Research Center, inaugurato lo scorso 29 aprile per il terzo anniversario della scomparsa del critico e curatore, che sarà dedicato all’Arte Povera e vanterà una biblioteca con oltre mille volumi.
Nelle sale del museo è visitabile la permanente “Arte Povera” con opere di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti,  Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio. Questa mostra «rappresenta il nucleo della Collezione Olnick Spanu sull’arte italiana del dopoguerra, permettendo allo spazio di essere un ambiente esclusivamente dedicato a questa generazione di artisti italiani»: dal primo marzo 2018 il percorso espositivo viene riallestito annualmente con opere della collezione, alcune sempre visibili, altre presentate di volta in volta. In questo momento sono in mostra «76 opere con una varietà di approcci formali e concettuali in tutti i mezzi – dalla pittura, alla scultura, alla fotografia, alle opere su carta e alle installazioni – nel tentativo di mostrare l’evoluzione della carriera di ciascun artista nel corso del tempo».

A settembre il museo sarà inaugurato il nuovo padiglione Robert Olnick Pavilion con mostre e progetti speciali dedicati a “Carlo Scarpa“,  “Ettore Spalletti” e “Mario Schifano” (ne avevamo parlato qui).

Installation view of the exhibition Arte Povera at Magazzino Italian Art, Cold Spring, New York. Photo by Marco Anelli/Tommaso Sacconi. Courtesy Magazzino Italian Art

A DIA Beacon sono in corso le personali dedicate a Stanley Brouwn, da poco inaugurata che sarà in corso fino al 2025, a Imi Knoebel (fino al 21 maggio), Charlotte Posenenske e Leslie Hewitt (entrambe fino al 4 giugno).

Charlotte Posenenske, installation view, Dia Beacon, Beacon, New York. © Estate of Charlotte Posenenske, Frankfurt. Photo: Bill Jacobson Studio, New York

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