LONDON, ENGLAND - DECEMBER 01: Rembrandt Harmensz. van Rijn, 'The Adoration of the Kings', Estimate: 10,000,000 - 15,000,000 GBP at Sotheby's on December 01, 2023 in London, England. (Photo by Michael Bowles/Getty Images for Sotheby's)
Il canovaccio è quasi sempre lo stesso, ma rimane irresistibile: un dipinto viene improvvisamente ritrovato e si scopre essere un capolavoro. A certificarlo, poi, una corposa vendita in asta.
I giornali generalisti ne danno notizia, quelli di settore non se ne lasciano sfuggire uno, alcuni di loro hanno addirittura una rubrica dedicata. Sono i ritrovamenti di opere credute scomparse, improvvisamente riemerse da qualche meandro e riportare alla luce. Forse è proprio questo sentimento di scomparsa sventata ad accendere l’interesse degli appassionati, che di storie di riscatto e di oblio sfiorato non sono mai sazi. D’altra parte vi è un grado di avventura, di tono appassionante, che non stanca mai, anche se poi spesso i binari sono sempre quelli: un dipinto trovato nella soffitta di casa dei nonni, un disegno comprato a poco a un mercatino che si rivela un capolavoro, un’incredibile riattribuzione che cambia storia e destino di un’opera a lungo dimenticata. Storie che ogni anno si presentano puntuali, dando un tocco di giallo alla narrazione attorno al mondo dell’arte. Ecco quelle che hanno scandito il 2023.
Un ritratto stranamente inquietante venduto per migliaia di dollari sul mercato
Per anni un ritratto di un bambino risalente al XVII secolo è rimasto nascosto dietro la porta di un cottage inglese pieno zeppo di oggetti d’antiquariato, di cui probabilmente anche lo stesso collezionista aveva perso il controllo. Quest’anno, dopo la morte del proprietario, la casa d’asta Hansons ha proposto l’opera in asta a Londra il 28 gennaio 2023 con la stima di 21-24 mila di dollari. L’unico problema? La figura ritratta è inquietante: un adulto in miniatura, oppure una bambina gigante. Ad ogni modo, alla fine, è stata venduta per 24 mila euro.
Un’anomala tela di Pieter Brueghel il Giovane all’asta da Drouot
A lungo perduta, infine ritrovata durante un inventario effettuato in un’abitazione francese. Questo l’antefatto con cui un’opera del fiammingo Pieter Brueghel il Giovane si è presentata in asta il 28 marzo 2023 all’Hôtel Drouot di Parigi. Il risultato è stato di 780 mila euro. Ma c’è molto altro da dire su The Village Lawyer, un’opera del tutto anomala per l’artista, noto per aver riprodotto le opere più famose del padre. La scena qui rappresentata – un addetto alla riscossione delle tasse al lavoro – non è però tra i soggetti rappresentati da Pieter Brueghel il Vecchio. Il che lo rende particolare nella produzione dl figlio. Databile tra il 1615 e il 1617, la tela presenta inoltre dimensioni particolari, inusuali per l’artista. Le opere di Brueghel misurano in media tra i 55 e i 75 centimetri di altezza e tra 100 e 200 centimetri di larghezza. Questo olio su tela è invece notevolmente più grande, misura 111 centimetri di altezza e 184 centimetri di larghezza. E anche il fatto che sia realizzato su tela, di per sé, è atipico per l’artista.
Un piccolo paese della Baviera potrebbe nascondere un dipinto di Lucas Cranach il Giovane
Un dipinto di Cristo appartenente alla chiesa di San Salvatore, nella piccola cittadina bavarese di Bettbrunn (261 abitanti) potrebbe essere opera dell’artista rinascimentale tedesco Lucas Cranach il Giovane. A lungo si è preferito mantenere la riservatezza, eppure è dal 2002 che lo storico dell’arte Friedrich Fuchs ha notato un dettaglio piuttosto interessante nell’opera religiosa. Subito sotto l’anno di realizzazione, 1570, scritto in numeri romani, si scorge infatti nitidamente una firma per iniziali: “L.C”. Il pensiero, ovviamente, corre subito a Lucas Cranach. Le analisi sperano di confermare l’intuizione.
Uno schizzo riscoperto di John Constable arriva in asta
Lo schizzo raffigura la casa di Willy Lott a Flatford. Esposto l’ultima volta nel 1899 prima di essere venduto privatamente, il dipinto era scomparso da più di 40 anni e la sua ubicazione era stata registrata l’ultima volta nel 1979 in una rara pubblicazione accademica italiana. Poi se ne erano perse le tracce. Riemerso quasi all’improvviso, il dipinto è stato venduto da Martel Maides Auctions per 200 mila sterline.
Bonhams porta all’asta un dipinto di Wyeth comprato a 4 dollari
Prima o poi si dovrebbe fare una classifica dei colpi più clamorosi conseguiti in negozi o mercatini, dove tra schiere di oggetti impolverati si celano spesso opere molto più importanti di quel che i loro stessi venditori pensano. Altrimenti, banalmente, non li venderebbero in quel contesto. Quest’anno il colpaccio arriva da Manchester, nel New Hampshire, e da una sede locale di Savers, un supermarket molto economico dove si può trovare un po’ tutto. Compreso un dipinto a olio di Newell Convers Wyeth, padre del più famoso Andrew Wyeth. Presentato in vendita da Bonhams, il dipinto è stato poi venduto a 191 mila sterline. Tutti felici? Non proprio: alla fine il compratore non ha mai finalizzato l’artista, con l’attuale proprietario che ha deciso di conservare il dipinto.
Un Guercino ritrovato, passato in asta per 590 mila euro, è andato in mostra da Moretti Fine Art a una stima di 2 milioni
Si tratta di un ritratto di Mosè, rappresentato in una posa drammatica con i palmi e lo sguardo rivolti verso l’alto. Inizialmente era stato attribuito a un anonimo seguace di Guido Reni, appartenente alla scuola bolognese del XVII secolo. Ma già nelle note del catalogo si citava come possibile autore dell’opera anche il pittore barocco italiano Francesco Barbieri, più comunemente noto Guercino. L’ipotesi deriva in particolare dal fatto che una copia del Mosè è attribuita a un allievo del Guercino, Benedetto Zalone. Inoltre il dipinto presenta delle significative analogie con un’altra opere del Guercino, Testa di un vecchio, conservata all’Ashmolean Museum di Oxford. Dunque è probabilmente su questi elementi che l’anonimo acquirente (che poi si è scoperto essere Fabrizio Moretti) ha poggiato la sua scelta, scommettendo sul fatto che in ultima istanza la casa d’asta abbia sottovalutato l’opera e sbagliato l’attribuzione.
Artemisia Gentileschi. Dai depositi della Royal Collection britannica è emerso un dipinto creduto perduto
Si intitola Susanna e i vecchioni e fu realizzato dalla pittrice barocca mentre lavorava con suo padre Orazio alla corte di re Carlo I a Londra negli anni Trenta del Seicento. Il dipinto, finora erroneamente attribuito a un pittore di scuola francese, era conservato (per così dire) in un deposito dell’Hampton Court Palace per oltre 100 anni e versava in pessime condizioni. A dargli nuova vita – in più sensi, vista la riattribuzione – è stato lo storico dell’arte Niko Munz, che insieme a un team di curatori della Royal Collection era alla ricerca dei dipinti che gli esperti ritenevano perduti o venduti dalla casata reale in seguito alla morte di Carlo I nel 1649.
Piccolo, scuro e rarissimo: un dipinto riattribuito a Rembrandt vola in asta da Sotheby’s
Un piccolo dipinto a tema biblico, introvabile per decenni e venduto nel 2021 come opera di bottega, è stato riattribuito a Rembrandt. Un elemento fondamentale per il suo passaggio in asta da Sotheby’s il 6 dicembre a Londra, dove è stato venduto per 11 milioni di sterline. Il dipinto, intitolato L’Adorazione dei Re(circa 1628), scomparve dal pubblico negli anni ’50 per poi riapparire nel 2021 ad una vendita di Christie’s ad Amsterdam. La casa d’aste lo catalogò allora come opera della “cerchia” di Rembrandt e ne stimò il valore tra i 10.5 mila e i 15.8 mila dollari. Tuttavia, alla fine fu venduto per quasi 1 milione di dollari, sostenuto dalle offerte di coloro che pensavano che potesse effettivamente trattarsi del maestro olandese. E hanno avuto ragione.
Scambiato per una stampa, un disegno di Henry Moore venduto in asta per 30 mila sterline
Quando il committente l’acquistò vent’anni fa in un negozio di oggetti usati era convinto si trattasse di una stampa. E come stampa l’ha consegnata alla Forum Auctions di Londra. La casa d’asta si è però presto accorta che non si trattava affatto di un’opera in serie, ma di un disegno, peraltro firmato, che dietro nascondeva anche un altro disegno. Dopo due anni di lavori a stretto contatto con la Fondazione Henry Moore, Forum Auctions ha infine autenticato l’opera, che sarà inserita anche nel prossimo catalogo ragionato. Un aspetto non da poco per il collezionista che l’ha acquistata per 20 mila sterline, a cui vanno aggiunti anche le commissioni della casa d’asta.
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